Tomos del Concilio di Costantinopoli del 1180

Il rapporto fra la Chiesa Ortodossa e l'Islam non è un rapporto di amore, ma è sempre stato molto negativo da ambo le parti. Fin dalla prima apparizione dell'Islam, la Chiesa Ortodossa previde per i catecumeni maomettani che lasciavano l'Islam per diventare ortodossi la abiura delle credenze islamiche e  in particolar modo l'abiura della sura 112 del Corano, tradotta in greco negli Eucologi proprio per l'occasione. Inoltre, Maometto e il "Dio islamico" vengono chiamati  ολὀσφυρος, ovvero "oscuri"  (lett. "tutto nero"). 

L'imperatore Manuele I voleva una formula conciliante perché egli riteneva che il Dio cristiano e quello musulmano fossero lo stesso Dio, e che fosse una questione dottrinale più che essenziale, e volle quindi rivedere il rito di abiura per i musulmani nonché il tono generale delle relazioni ortodosso-islamiche. Pertanto, convocò un sinodo a Costantinopoli nel 1180, il quale tuttavia non solo non volle ritrattare i rituali di abiura, ma definì la condanna all'Islam in modo ancora più formale e duro. Insoddisfatto, Manuele I pubblicò un suo proprio Tomos. Il patriarca Teodosio, preoccupato dalla deriva dogmatica di quel testo, promulgò quindi una seconda sessione conciliare con ulteriori accorgimenti e definizioni dogmatiche. 


TOMOS DEL GRANDE SINODO DI COSTANTINOPOLI

ANNO 1180 AB INCARNATIONE DOMINI

Dai tempi antichi e fino ai giorni nostri, la Santissima Chiesa ha avuto noti libri per i catecumeni, nella forma in cui furono originariamente compilati. Tra gli altri detti in questi libri c'è il seguente: "sopra tutto questo, anatemizzo il Dio di Maometto, di cui ha detto che è l'unico Dio , Dio non lo ha partorito e non è nato, e nessuno è apparso come lui." [Questo è stato fatto] perché, da un lato, lo stesso Maometto dichiarava con questo [termine] un'errata comprensione di Dio come, almeno, lo intendevano allora, e nel momento in cui, attraverso il libro del Corano da lui predicato, ha trasmesso alle persone intorno a lui], che non avevano davanti cose più vili e senza valore.

Ma coloro che vengono dai musulmani al battesimo divino e, secondo l'usanza, sono resi catecumeni, prestando attenzione al detto sul dio Maometto, vengono costantemente in difficoltà su questo, stando attenti a non anatemizzare apertamente Dio per nome, e per [loro ] mancanza di cultura, e ignoranza delle lettere, e quindi come fanno a sapere cosa significa? Perché Dio non è Dio [per loro], e i musulmani testimoniano di non averne mai sentito parlare, anche se si intendeva qualcos'altro [con questa parola] da colui che ha compilato le abiure per i catecumeni.

E così, poiché sono indecisi, il nostro saggio e santo imperatore fu mosso da questo disaccordo e, considerando la loro cautela nei confronti di Dio per nulla ingiustificata, desiderava rimuovere questo smarrimento e confusione quotidiani dal pensiero di vacillare e salvarli dalla tentazione e dal dubbio secondo l'atteggiamento nei confronti della fede ortodossa (e non solo di loro, ma anche di altri che ne sono imbarazzati), con il suo potere regale divinamente ispirato, decise di rimuovere l'anatematizzazione del dio di Maometto dall'abiura dei catecumeni che vengono dall'Islam, [e invece] anatemizza Maometto stesso, e questo è tutto, nel libro il suo Corano [contiene] insegnamenti abominevoli e ben noti, da lui mal trasmessi contrari agli insegnamenti di Cristo nostro Dio. Quindi la decisione in merito è stata chiaramente espressa in una lettera di sua maestà, lunga e dettagliata, in cui tutti i pensieri portano alla conclusione:

Pertanto, il nostro imperatore saggio in Dio, perseguendo questo obiettivo, in tutta la lettera inviataci, stabilisce la necessità di rimuovere quella parte scandalosa, poiché non sembra corrispondere a ciò che dovrebbe essere lì. Noi, dopo aver esaminato conciliarmente la menzionata lettera imperiale, determiniamo e decidiamo di eliminare dal rituale per i catecumeni il suddetto detto, per il bene di coloro che vengono al battesimo divino e di altri che sono tentati da un tale nome per Dio, per anatemizzare Maometto stesso e il suo libro, il Corano, in tutti i punti, in cui contraddice i santi insegnamenti di Cristo, e di avere il seguente detto [invece del primo]:

Anatema a Maometto, e al suo insegnamento, trasmesso nel Corano, in cui confessa che il Signore, Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo non è il Figlio di Dio; chiama il buono cattivo, e la luce espone l'oscurità, e anche anatema al suo sporco insegnamento, contrario alle sacre istruzioni di Cristo e dei santi saggi di Dio, così come anatema a colui che lo ha ispirato a pensare e insegna queste cose brutte e spregevoli, sia esso uno del popolo, o il malfattore dei demoni e il padre del male, o lo stesso cattivo Maometto il quale ha partorito da se stesso frutti così brutti; inoltre, anatema per coloro che [pensano] che Maometto sia un profeta e messaggero, dal quale hanno ricevuto insegnamenti e comandamenti contrari agli insegnamenti di Cristo”.

L'anatema fu scritto e il Tomos fu firmato il 13 aprile 6688 dalla Creazione (1180 dalla Nascita del Redentore).

Firme d'altra parte: Mia Maestà Imperiale, prese in considerazione le decisioni del santo e divino consiglio [esposte in] questo tomos e le approvò il 13 aprile 6688. C'è un sigillo di Manuele Comneno, in Cristo Dio, l'imperatore credente e autocrate dei romani. C'è anche una firma di ogni vescovo come segue: "tal dei tali è in accordo su tale questione e la firma".

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