San Cristoforo e i Cinocefali: fra realtà e leggenda

 Tutti conoscono san Cristoforo (9/22 maggio), un santo martire del IV secolo, e tanti di noi hanno visto icone che lo propongono con la testa di un cane, da qui l'appellativo "cinocefalo". Alcuni Padri della Chiesa indicano infatti che appartenesse al popolo dei "Cinocefali d'India", una popolazione esotica, la cui esistenza è marcata non solo dalle agiografie cristiane, ma anche da racconti persiani, arabi, etiopi, slavi e greci. Alcuni commentatori tardivi hanno voluto trovare spiegazioni simboliche stravaganti per questo unicum iconografico, mentre gli antichi cristiani erano certi che san Cristoforo fosse un uomo dalla testa canina. Vediamo se riusciamo a far chiarezza sul mistero dei "cinocefali". 

In foto, un affresco di san Cristoforo coi tratti gentili. 

Giovanni Tzetzis (+1180), uno storico alla corte imperiale di Costantinopoli nel XII secolo, riporta l'esistenza di una tribù di uomini "dalla testa di cane" nell'attuale Pakistan. Riguardo il santo, nel suo Sinassario è scritto che si trasferì nell'Impero Romano dopo aver superato i deserti della Persia: questo lo inquadra come uno straniero, sicuramente da una terra lontana in Asia. Molto prima del Cristianesimo, abbiamo un autorevole episodio storico che vede Alessandro Magno, il re di Macedonia, incontrarsi coi Cinocefali presso Gedrosiane (attuale Makran, Pakistan). 

La fonte storica più famosa e ampia in nostro possesso è la Indica di Ktesias di Knidos, un cartografo e storico del V secolo d.C., sul quale si basano praticamente tutti i trattati di geografia e storia bizantini successivi. In particolare, san Fozio il Grande nel IX secolo traspone interi passi dei trattati di Ktesias nel suo Miriobiblion. Nell'Indica, un intero capitolo è dedicato alla tribù dei Cinocefali, un popolo che, a detta del geografo, viveva lungo l'Indo. 


Una icona più "realistica" di san Cristoforo, un uomo con il viso canino, ovvero "reso simile ad un cane". 

Anche Marco Polo (+1324) nei suoi diari di viaggio menziona di aver incontrato dei Cinocefali durante il suo percorso verso la Cina. Egli cita anche il fatto che i loro volti erano simili a quelli dei bulldog. Tagliavano le guance, limavano i denti, tagliavano le orecchie e rimodellavano la testa dei bambini fin dalla tenera età. Tutto questo è stato fatto per ottenere un aspetto inquietante, solo con lo scopo di difendersi dagli attacchi degli invasori. Se andate oggi in alcune delle tribù che vivono nel subsahariano, lungo il Nilo, in Rwanda, lungo l'Amazzonia o in Nuova Guinea, noterete che i volti di quelle persone sono spesso raccapriccianti. Sono inquietanti nell'estetica, ma non nelle abitudini. Questa è una caratteristica delle persone primitive, eseguita a scopo di autodifesa.

Secondo l'agiografia in lingua siriana, si dice che quando sant'Andrea raggiunse tali luoghi, la gente del posto smise di mutilarsi, tornando al suo aspetto naturale. Il libro accenna al divieto di mutilare il proprio corpo, perciò la predica dell'Apostolo ebbe il frutto di aiutarla a rinunciare a quelle brutte abitudini. Sant'Andrea rimase inorridito quando li vide per la prima volta, motivo per cui tornò di corsa alla barca con cui era venuto qui. Arrivato sulla barca, sente un profumo gradevole, che gli fa capire che il Signore stesso è stato Colui che ha condotto la barca in questo luogo. Così, incoraggiato in cuor suo, ritorna dai cinocefali. Arrivato in mezzo a loro, si rende conto che erano particolarmente ospitali, solo l'aspetto era qualcosa di inquietante. San Cristoforo, vissuto nel IV secolo, potrebbe essere stato uno dei figli di genitori particolarmente tradizionali, che ancora mutilavano i loro figli in forma canina. Come sappiamo da Marco Polo, quest'uso era ancora praticato nel 1300. 

Il più antico manoscritto agiografico sulla vita del Santo dalla testa di cane appartiene al vescovo Teofilo l'Indiano, in greco, della metà del IV secolo. Secondo esso, San Cristoforo Martire era un soldato originario del Nord Africa. Il giovane soldato aveva una faccia strana, la sua faccia somigliava a quella di un cane, e le sue parole erano confuse. Sebbene facesse venire i brividi a ogni uomo che lo vedeva, non aveva un comportamento feroce. Catturato dall'esercito romano, finisce prigioniero nelle segrete dove spesso venivano gettati anche i cristiani. Entrato in contatto con gli amanti di Cristo ad Antiochia, si converte al cristianesimo e muore martire. 

San Cristoforo secondo altre versioni, quelle latine, fu un traghettatore che morì martire nel nome di Cristo nell'anno 308 sotto Cesare Massimino. E' patrono dei viaggiatori e di chi vive vicino ai fiumi. 

Tropario di s. Cristoforo, tono VIII

Con un diluvio di lacrime hai reso fertile il deserto, e la tua nostalgia di Dio ha prodotto frutti in abbondanza. Con lo splendore dei miracoli hai illuminato l'intero universo! O nostro santo martire Cristoforo, prega Cristo nostro Dio di salvare le nostre anime!

Commenti