Cosa significa "vestirsi con modestia"?

 La questione del giusto abbigliamento cristiano ha profonde radici letterarie. Molti dei padri apostolici e santi, commentando l'abito che si addice a un cristiano, hanno contribuito al dibattito. Secondo l'81° Canone del Sesto Concilio Ecumenico, se uno indossa abiti sconvenienti o abiti contrari alla buona creanza, deve essere addirittura anatemizzato.

Dobbiamo leggere attentamente le parole del profeta: Taci davanti al Signore Dio, perché il giorno del Signore è vicino, perché il Signore ha preparato un sacrificio, ha chiamati i suoi ospiti. 1:8 Nel giorno del sacrificio dell'Eterno, io punirò i capi, i figli del re e tutti quelli che indossano abiti sconci. (Sofonia, cap. 1).

Quindi, quale vestito i santi padri consideravano inappropriato? Sant'Efrem il Siro, nella Omelia 82, insegna a non indossare abiti sgargianti, ma a vestirsi con modestia. Perché abbiamo bisogno solo di una comoda copertura, non di una varietà di sfumature. "Il punto è che abbiamo bisogno solo di una copertura per la nostra carne", secondo la Raccolta di Detti di Nikon della Montagna Nera, Omelia 37. Tutti devono indossare abiti adeguati al proprio rango e sesso, sostiene questa enciclopedia della tradizione patristica. Il Concilio di Gangra, nel suo 11° Canone, chiede di interdire una donna per aver indossato abiti da uomo, anche se motivata da umiltà e autocontrollo, ma non proibisce abiti adornati.


Bisogna evitare il lusso e lo splendore, per non offendere i fratelli deboli di spirito, dice un'altra autorità, poiché alcuni fanno grandi spese per acquistare abiti lussuosi. San Cirillo di Alessandria afferma che i vestiti multicolori camuffano l'aspetto divino dell'uomo. Questo vale anche per il clero. Le Legge Ecclesiastica, al canone 37, affermano: se un vescovo o un ecclesiastico indossa abiti belli e lavorati ad arte, deve essere corretto; se non si sottomette, sia interdetto ed espulso. Il Nomocanone, a pagina 602, nell'istruire un sacerdote di nuova istituzione, afferma che deve indossare un abito lungo fino alle caviglie, disadorno, non di foggia laica. Alle donne è proibito mostrare le spalle, il seno... San Demetrio, metropolita di Serbia, la chiama (nel capitolo 39) un'usanza latina e, quindi, eretica.

I vecchi credenti hanno sempre preso sul serio l'abbigliamento, in particolare gli abiti da preghiera. Nelle chiese dei vecchi credenti si possono incontrare uomini che indossano caftani e stivali. Sotto i loro caftani, molti uomini indossano una camicia ampia, cinta da una cintura ornata, recante un'iscrizione. Le donne, specialmente quelle che cantano nel coro, indossano sarafan e fazzoletti ben appuntati sotto il mento (o legati con un nodo, come fanno alcune donne cosacche, il che è accettabile). Il colore del fazzoletto dipende dalla festa. 

Senza voler esagerare come i Vetero-ritualisti, possiamo comunque considerare saggia la pratica di vestirsi in un modo confacente, specialmente quando preghiamo: non indossare pigiami o indumenti intimi, ma piuttosto un abbigliamento sobrio, privo di fronzoli. Al medesimo modo, quando andiamo in chiesa, possiamo vestirci con abiti lunghi (donne) o con pantaloni e camicia, se siamo uomini. Per quanto riguarda i colori, evitare magari colori fosforescenti o abiti troppo corti e che mettono in mostra il corpo, più che altro per evitare di infastidire il pudore altrui.

Non ci sono molte istruzioni scritte riguardo ai dettagli dell'abbigliamento cristiano. Solo il Nomocanone, tra i libri canonici a stampa, pone particolare enfasi sull'apparenza. Afferma che è empio per una donna farsi il segno della croce se indossa solo una camicia, a meno che non stia andando a letto, svegliandosi o in uno stabilimento balneare. I Concili russi del 1905 e del 1913 emanarono esortazioni ai cristiani, permettendo loro di vestirsi secondo l'usanza indigena, purché l'abito fosse decoroso, modesto e appropriato alla casa di Dio.

È importante menzionare un altro capo di abbigliamento, la cintura, a cui i cristiani hanno sempre attribuito un significato simbolico. L'apostolo Paolo dice: "State saldi dunque, cinti i fianchi con la verità e rivestiti con la corazza della giustizia" (Efesini 6:14). Quando si è battezzati, si indossa una croce, una camicia pulita e una cintura; quest'ultimo elemento non viene mai scartato. Gli uomini indossano una cintura sopra le camicie, le donne sotto il vestito.

Basilio il Grande dice che la necessità di indossare una cintura è dimostrata dai primi santi: "E lo stesso Giovanni aveva la sua veste di pelo di cammello e una cintura di cuoio intorno ai suoi lombi..." (Matteo, 3:4) ed Elia era " … cinto di una cintura di cuoio intorno ai fianchi” (2 Re, 1:8). L'apostolo Pietro aveva indossato una cintura. "Cingiti e allacciati i sandali", gli disse l'angelo. (Atti 12:8). Continua: "Così i Giudei a Gerusalemme legheranno l'uomo che possiede questa cintura e lo consegneranno nelle mani dei Gentili". (Atti 21:11). Dio ordinò a Giobbe di cingersi i lombi, come segno di coraggio e di prontezza per la prova: "Cingi ora i tuoi lombi come un uomo" (Giobbe, 38:3).

Il nostro Salvatore usò la cintura come simbolo del ministero, che Dio esige dai Suoi veri seguaci: “Che i vostri lombi siano cinti e le vostre luci accese” (Luca 12:35). I cinti conducono una vita attiva, poiché tali sono le vesti dei lavoratori, dicono i santi padri. La frase, "lascia che i tuoi lombi siano cinti", significa, che tu sia sempre pronto a compiere le gesta del tuo Maestro, elabora Teofilatto di Ohrid.

Pertanto, la cintura simboleggia la castità, la modestia e l'autocontrollo, insieme alla prontezza e alla capacità di agire, cioè di combattere il peccato. C'è un bellissimo uso fra gli Slavi che è quello di portare delle cinture di stoffa con scritti sopra dei salmi, di solito il salmo 50, il 69 e il salmo 90, per poterli sia meditare mentre sono in viaggio, sia come protezione (specialmente il salmo 90). 

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