Dalla Lettera 8 di san Gregorio Palamas (+1359), arcivescovo di Tessalonica, scritta per i monaci Ciro e Dionisio, leggiamo quali possono essere gli inganni dell'ateismo.
Poiché ci sono - per così dire - diversi tipi di ateismo, vedrai se indagherai, o degno Dionisio, che coloro che hanno scelto di opporsi a noi fino alla fine cercano di non mancare di nessuno di essi. Ebbene, una specie di ateismo è il multiforme errore degli ellenisti (pagani / neopagani, ndt). Anche il grande Paolo chiama atei tutti coloro che non avevano parte della legge data da Mosè, scrivendo agli Efesini: Perciò ricordatevi che un tempo voi, pagani per nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi perché tali sono nella carne per mano di uomo, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio in questo mondo. Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. (1)
Il secondo tipo di ateismo è l'inganno cespuglioso e multiforme degli eretici; alcuni dei quali dicono del Padre solo di essere Dio - come alcuni che, anche dopo l'apparizione [del Figlio di Dio], bramano ancora l'ombra dell'antica legge degli schiavi e hanno paura di unirsi al lato della lettera -, altri dicono che il Padre e il Figlio sono Lo stesso, come quelli di Sabellio il Libico, e altei insegnano che il Padre è aprimordio ma il Figlio e lo Spirito sono creati, come i perfidi Ario, Eunomio o Macedonio. E tutti questi e quelli della loro specie non differiscono in nulla dai senza Dio, che non onorano neppure il Padre, secondo quanto ha detto il Signore: "chi non onora il Figlio non onora il Padre che lo ha mandato" (2;)
Anche il grande Atanasio dice che l'empio/ateo è colui che separa il Figlio dal Padre e getta lo Spirito Santo dalla finestra; similmente colui che li unisce in malo modo, perché abolisce l'uno per mezzo dell'altro... E il terzo tipo di ateismo, non lontano dall'astuta coppia di cui sopra, è rifiutarsi di menzionare delle cose decise riguardo a Dio e, per empia pietà, temono il giudizio degli uomini e pertanto non solo non parlano di Dio, ma tacciono riguardo a Lui e alla sua legge.
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NOTE
1. Efesini 2, 11 e segg.
2. Giovanni 5, 23.
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