La Lettera di san Costantin Brâncoveanu contro l'unìa di Brasov

 Siamo nel XVIII secolo, periodo di tumulti, di tensione sociale e di scenari poco chiari nei Balcani della dominazione asburgica. La Transilvania, all'epoca parte dell'Impero Austro-Ungarico, viene invasa da missionari cattolico-romani che portan il pernicioso seme dell'uniatismo. Il vescovo ortodosso romeno Athanasie Anghel di Brașov dimentica le promosse fatte all'ordinazione e passa al cattolicesimo; il patriarca Dositeo di Gerusalemme lo scomunica. Il neo-cattolico inizia a trasformare le sue chiese in uniati, con una grande rivolta popolare che scuote la regione di Ardeal e di Brașov. Il santo sovrano Costantin Brâncoveanu di Valacchia (+1714), il 5 luglio 1701, manda una lettera all'imperatore Leopoldo domandando clemenza e chiedendo di non forzare il popolo a diventare cattolico. Pubblichiamo in italiano questa epistola, ritenendola un documento importante per l'Ortodossia e la sua difesa, un accorato appello ai fedeli dell'Ardeal di non cadere sotto le pressioni papiste. 


Un affresco con la famiglia dei Brancoveni. A sinistra, nel mantello di ermellino, san Costantino 

IO COSTANTINO BRANCOVEANU PER GRAZIA DI DIO SOVRANO DEI VALACCHI AI CITTADINI DI BRASOV

Domando preghiere a voi sacerdoti di Brașov e ai monaci anziani di Șchei e vi auguro la salute. Il libro che mi avete inviato non è pervenuto e ho capito tutto ciò che mi avete scritto. Ho letto come si è comportato il signor vescovo di Ardeal, grazie alla vostra testimonianza, della cui veridicità sono certo; e sono certo che il Buon Signore Iddio ripaga a buon tempo coloro che non mantengono le promesse che hanno fatte, né la legge sulla quale hanno giurato. Molte volte difatti ho avuto prova che chi abbandona il suo giuramento riceve un castigo divino, mentre di voi posso dire invece che mantenete pura e illibata la fede ortodossa così come l'avete ricevuta dai nostri antenati, e sappiamo che fate una buona opera beneaccetta a Dio e ai saggi, e preghiamo che il Signore vi mantenga sani e dritti nel vostro proposito, e vi mantenga irreprensibili nell'ortodossia della fede. Abbiamo anche nota che alcun vescovo non può obbligare nessuno [a cambiare religione, ndt] e abbiamo ricevuto questa notizia dalla corte imperiale di Beci (Budapest), ma può [ricevere dei convertiti] solo se questi si convertono di buon cuore. Perciò vi invitiamo caldamente e vi esortiamo a rimanere fedeli all'Ortodossia, e a difendere le chiese e i monasteri, giacché sono nostre proprietà, in quanto edificate con le donazioni degli addormentati della mia pia e nobile famiglia; da parte nostra siamo disposti ad aiutarvi e a fornire difesa e supporto. Vi esortiamo a permanere nella legge che avete ricevuto e che avete osservato finora. Siamo felici di sapere che anche i monaci di Făgăraș sono rimasti ortodossi nonostante le pressioni, e di ciò ne siamo molto contenti, giacché quel sacro monastero fu parimenti fondato dai nostri antenati. Abbiamo estrema fiducia e fede che manterrete tutti l'Ortodossia e che permarrete nell'adorazione del Signore nella retta credenza della Chiesa d'Oriente, insieme coi sacerdoti e i monaci delle vostre zone, così che l'Ortodossia non muoia. Che il Signore Dio vi preservi e vi protegga. 

5 luglio 7209 dalla Creazione del Mondo

Costantin Voda

L'amore per la retta fede e per una politica illuminata compromisero il governo di Costantino e lo portarono a subìre il martirio per mano delle autorità ottomane, insieme con tutti i suoi figli e servitori, nel 1714

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