Omelia per la Trasfigurazione (Ierom. Serafim Rose)

Pubblichiamo in italiano l'omelia del beato padre Serafim Rose (+1982) per la festa della Trasfigurazione. Una moderna icona del beato ieromonaco di Platina nel ciclo iconografico dei santi americani, nella cattedrale di s. Giovanni Maximovic a san Francisco (California). 

 Quaranta giorni prima di essere consegnato a una morte ignominiosa per i nostri peccati, nostro Signore rivelò a tre dei Suoi discepoli la gloria della Sua Divinità.

E dopo sei giorni Gesù prese Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li portò su un alto monte a parte; e fu trasfigurato davanti a loro: e il Suo volto risplendeva come il sole, e il Suo vestito era bianco come la luce. (Matteo 17:1-2).

 Questo fu l'evento a cui nostro Signore si riferiva quando disse: «Ci sono alcuni che stanno qui che non avranno visto la morte finché non vedranno il Figlio dell'uomo venire nel Suo Regno» (Matteo 16:28). In questo modo la fede dei discepoli fu rafforzata e preparata alla prova dell'avvicinarsi della passione e della morte di nostro Signore; e hanno potuto vedere in essa non la mera sofferenza umana, ma la passione del tutto volontaria del Figlio di Dio. I discepoli videro anche Mosè ed Elia parlare con nostro Signore, e così capirono che Egli stesso non era Elia o un altro dei profeti, come alcuni pensavano, ma qualcuno molto più grande: Colui che poteva invocare la Legge e i Profeti per essere Suoi testimoni, poiché Egli era il compimento di entrambi.

Le tre parabole della festa riguardano l'apparizione di Dio a Mosè ed Elia sul Monte Sinai, ed è infatti opportuno che i più grandi veggenti dell'Antico Testamento siano presenti alla glorificazione del Signore nel Suo Nuovo Testamento, vedendo per la prima volta la Sua umanità, proprio mentre i discepoli vedevano per la prima volta la Sua Divinità.

La teologia ortodossa vede nella Trasfigurazione una prefigurazione della risurrezione di nostro Signore e della sua seconda venuta, e più di questo – poiché ogni evento del calendario della Chiesa ha un'applicazione alla vita spirituale individuale – dello stato trasformato in cui i cristiani appariranno alla fine del mondo, e in qualche misura anche prima di allora. Nella prefigurazione della gloria futura che si celebra in questa festa, la Santa Chiesa conforta i suoi figli mostrando loro che dopo i temporanei dolori e privazioni di cui questa vita terrena è ricolma, risplenderà la gloria della beatitudine eterna; e ad essa parteciperà anche il corpo dei giusti.

È una pia usanza ortodossa offrire frutti da benedire in questa festa; e questa offerta di ringraziamento a Dio contiene un senso profondo. I frutti maturano e si trasformano sotto l'azione del sole estivo, così l'uomo è chiamato a una trasfigurazione spirituale attraverso la luce della Parola di Dio per mezzo dei Sacramenti. Alcuni santi, (per esempio - San Serafino di Sarov), sotto l'azione di questa grazia vivificante, hanno brillato corporalmente davanti agli uomini anche nella vita con questa stessa Luce increata della gloria di Dio; e questo è per noi un altro segno delle altezze a cui noi, come cristiani, siamo chiamati e dello stato che ci attende - per essere trasformati a immagine di Colui che è stato trasfigurato sul monte Tabor.

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