Il rito del Fidanzamento: alcune considerazioni pastorali

Nella prassi odierna della Chiesa Ortodossa, il rito del fidanzamento pubblico e il rito del matrimonio si celebrano insieme, in successione immediata, nel medesimo momento. Questo perché il fidanzamento è un rituale vero e proprio, con la benedizione degli anelli - che vengono scambiati fra le dita degli sposi dai testimoni di nozze dinnanzi al celebrante - e con delle preghiere. Insomma, il fidanzamento è una vera e propria ierurgia. 

Accaddeva nel passato che il fidanzamento fosse celebrato separatamente dal matrimonio, per due motivi principali: i promessi sposi non convivevano ancora ma rimanevano a casa dei rispettivi genitori ancora fino a nozze concluse, e, secondo, il matrimonio si celebrava in chiesa 14 giorni dopo il fidazamento pubblico (anch'esso fatto in chiesa). In un ambiente rurale, questa formula ha perfettamente senso: si ultimava la costruzione della casa (dote del marito) e si finiva di trapuntare il servizio da letto e di acquistare pentole, posate, capre e galline (dote della moglie). Serviva tempo per cucinare per tutto il villaggio e per sistemare, insomma, gli addobbi della chiesa e del banchetto. 


I fidanzati sono segnati con gli anelli a mo' di Croce prima di essere messi al dito


Negli ultimi anni assistiamo ad un revival di questa pratica del fidanzamento celebrato a parte, specialmente nelle città e in alcuni circoli accademici d'Occidente. Il problema è che questa ierurgia che inizia effettivamente l'unione della coppia viene vista come una specie di "matrimonio di prova" perché, a differenza del matrimonio "completo", non ha bisogno di un vescovo per essere sciolto (divorzio ecclesiastico). Tanti ragazzi, che magari stanno mettendo soldi per il matrimonio civile (la limousine per le foto costa, del resto...), vogliono sentirsi "spiritualmente sicuri" e ma al contempo, nel caso si lasciassero, non vogliono gli effetti di un vero e proprio divorzio. Anche perché, civilmente, non si sono ancora legati. 

Questa situazione è problematica per i seguenti punti:

a) la ierurgia-sacramento del Fidanzamento inizia il mistero dell'unione fra i due sposi, ma la benedizione per la procreazione - e quindi per l'atto sessuale - è data solamente durante il rito dell'incoronazione, ovvero del matrimonio propriamente detto. Si deduce che quindi uno dei motivi del fidanzamento moderno, ovvero poter avere rapporti sessuali senza sentirsi nel peccato, decade. 

b) Al giorno d'oggi, i tempi di attesa fra il fidanzamento ecclesiastico e il matrimonio ecclesiastico potrebbero superare di gran lunga i 14 giorni, e passare attraverso periodi digiunali, mesi o anni. La coppia potrebbe perfino non sposarsi più e accontentarsi di vivere in questo modo. Ma senza incoronazione, siamo ancora nel concubinato. 

c) Il fidanzamento non si scioglie da sé, anche perché sono stati infilati nelle dita degli anelli benedetti. Questo comporta che la coppia che scoppia debba necessariamente passare attraverso il divorzio ecclesiastico, prima di poter accedere ad un nuovo fidanzamento e alle nozze. Il divorzio ecclesiastico è conferito da un vescovo (eparca del luogo in cui è avvenuto il fidanzamento) previo esame di un tribunale ecclesiastico. Nel migliore dei casi, un sacerdote in diocesi è benedetto dal vescovo per poter sciogliere questi casi con le preghiere di scioglimento, ma occorre informarsi.  In alcune prassi locali, per esempio in Romania e in Moldavia, e anche in Ucraina, il sacerdote che ha fidanzato i due "divorziati" può recitare la preghiera di scioglimento del fidanzamento in autonomia. Se due ex fidanzati non sciolti si sposano con altri, cadono sotto i canoni per i bigami. In altre parole, sono sposati con una "persona e mezzo" e incorrono in varie sanzioni, fra cui la scomunica latae sententiae.  Vedi il canone  LXXXVII del Sesto Concilio Ecumenico, canone XX di Ancira, e canoni LXXVII e XXXVII di san Basilio. 

Quindi, prima di fidanzarsi in chiesa, occorre sincerarsi con la dolce metà se è il caso di proseguire col matrimonio, oppure se aspettare ancora, onde non cadere sotto qualche legamento sacro. 

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