Il digiuno della Natività e i bambini

 Il digiuno della Natività è qui. Stiamo camminando lungo il cammino dei quaranta giorni di attesa della nascita del Bambino Gesù Cristo, una festa gioiosa piena dell'attesa di un vero miracolo.  Qualsiasi digiuno nella tradizione della Chiesa ci prepara alla festa. Perché abbiamo bisogno dei digiuni? Per imparare a vivere davvero le feste. Immagina che ogni giorno sia una festa. Festeggiamo per un'intera settimana e alla fine della settimana non sentiremo nemmeno che questa è una grande festa. Il digiuno della Natività ci invita a riflettere, a sentire che ci sono state delle restrizioni e finalmente possiamo festeggiare insieme al neonato Signore. È una gioia per tutti.

Come far partecipare i bambini all'Avvento e al Natale? Si dice che i bambini non possano comprendere le feste liturgiche. Anche se ciò non è vero, proviamo a pensare che una giovane anima non abbia alcuna coscienza religiosa. Però, un bambino sa cos'è il suo compleanno. Ogni anno il bambino attende con ansia il suo compleanno: per lui è molto importante. Aspetta regali, celebrazioni e qualcosa di nuovo in questo giorno. Allo stesso modo, la Natività del Signore Gesù Cristo non è ogni anno la stessa, perché noi invecchiamo, i nostri figli invecchiano, loro cambiano, cambia la loro percezione di questa festa. L'Avvento non può essere lo stesso di un anno fa. 



E per quanto riguarda l'astinenza, i digiuni, le preghiere lunghe? A Natale ci sono sempre tanti film e fiabe diversi e tutti ci aspettiamo qualcosa di magico e bello. Come si suol dire, chi non ha mai assaggiato ciò che è amaro, non sa ciò che è dolce. Dobbiamo limitarci un po’ e prepararci a questo miracolo. Ogni volta che vogliamo fare un gioco, dobbiamo impararne le regole, soprattutto se vogliamo vincere e ottenere un premio. E queste regole sono spesso molto complicate. Allo stesso modo, si può instillare nei bambini il rispetto per il Natale, per la Quaresima e per tutte le nostre preparazioni annuali, non certo imponendo le medesime regole degli adulti, ma facendoli sentire parte attiva di ciò che si sta facendo in famiglia. Immaginiamo se tutti digiunano in una famiglia, ma al bambino si comprano in continuazione dolci, merendine, bevande zuccherose, torte. Il bambino avrà la percezione di essere fuori tempo. Potrebbe sviluppare la fatidica domanda: Perchè? oppure potrebbe sentirsi speciale in senso negativo, esonerato dalle fatiche, in quanto "diverso" e superiore. E questo, alla lunga, porterà una alienazione dalla vita cristiana. Perchè devo digiunare a dodici anni, se non l'ho mai fatto prima? 

Questo non vuol dire che gli si debba imporre un regime stretto fin dal principio. Ma almeno limitare il cibo inutile: eliminiamo i dolci, la cioccolata, le caramelle, la bevanda gasata. Questo può tornare a Natale. In questo modo, anche il bambino sta "digiunando" da tutte quelle piccole cose extra che gli concediamo abitualmente. Come sempre, l'esempio degli adulti è fenomenale come educazione. Se i genitori non digiunano, non digiuneranno nemmeno i loro figli. Se il digiuno non è importante per i genitori, non lo sarà nemmeno per i loro figli.

 Sarebbe bene che i genitori e i loro figli piccoli la sera leggessero di Cristo e parlassero di temi familiari. A cosa è arrivata la cultura cristiana occidentale? A Natale senza Cristo! Per non ridurre la grande festa ai doni di Babbo Natale durante il digiuno della Natività, dovremmo parlare di Cristo, chi è, com'è e perché ora è nel grembo della Vergine Maria. In un ambiente così caldo e familiare il bambino dovrebbe provare un sentimento tenero per il piccolo Cristo.

Anche avere in casa alberi di Natale o presepi non lo considero affatto un male. Ci sono degli ortodossi con opinioni molto negative su queste "pietà occidentali". Io invece ritengo l'albero un simbolo molto potente. Cristo è il Frutto della Vita che pende dal Legno della Croce, un albero lavorato appositamente per ucciderlo. C'è del profondo nell'addobbare l'albero: anche se proviamo a nascondere quel legno, a renderlo bello e accativante, la vita dell'uomo è pur sempre una croce. E cosa trasforma la croce, la sofferenza, in qualcosa di sopportabile? la Nascita del Redentore, il suo sacrifcio per noi, ma anche la nostra famiglia, l'amore domestico, i nostri amici e familiari. Ecco delle riflessioni che i bambini più grandicelli apprezzeranno. 

Che il Signore Dio ci conceda di rimanere puri e illibati come i fanciulli, e che i nostri figli crescano serenamente. 

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