Riflessioni sulla festa della Cristoforia - o Fuga in Egitto (26 dicembre)

 Ho appena finito di cantare il Mattutino festivo di questa splendida festa che molti si perdono perché, dopo le fatiche del Natale (e con la conseguente abbuffata pomeridiana) in pochi vanno al Vespro festivo del 25 dicembre, il quale ci introduce ad una "post-festa" del Natale, e ancora meno persone si presentano al mattino il 26 dicembre, per la Cristoforia. 

Nel tentativo missionario di far venire più persone possibili a questo evento meraviglioso che ruota attorno al Vangelo Matteo 2:13-23, le Chiese ellenofone hanno ribattezzato questa festa "Sinassi della Madre di Dio", sperando che la devozione generale per Maria potesse invitare i fedeli a venire; in Romania, lo zelo nazionale ha messo addirrittura un santo nuovo con rango di polieleo, Nicodim della Tismana, nel calendario per il 26 dicembre, sperando che l'amore per i santi nazionali faccia venire qualcuno. A mio avviso, non è una scelta felice festeggiare un santo con polieleo in un giorno festivo ben definito che ha una logica cronologica ben definita, ma tant'è; in Russia, oggi si festeggia la "icona della Madonna della Luna" fra le varie commemorazioni liturgiche; nei calendari locali di altre Chiese più piccole, potrebbero esserci ulteriori aggiunte o modifiche. 



Dal punto di vista storico, la Cristoforia viene festeggiata nelle province orientali dell'Impero Romano d'Oriente già nel IV secolo. Con tutta probabilità, è san Giovanni Crisostomo (il quale aveva "importato" il Natale da Roma) a inserire anche la Cristoforia nel ciclo della Natività nei dodici giorni luminosi che vanno dal 25 dicembre al 7 gennaio. Nell'arco del primo Medioevo, la festa trova la sua collocazione naturale susseguente al Natale, facendo questa festa parte del ciclo dell'infanzia di Cristo, un gruppo di feste che si concentra sui fatti anteriori alla predicazione pubblica del Redentore. Per questo, nei territori di rito bizantino questa festa viene collocata il 26 dicembre, mentre nei territori latini la si festeggiava il 7 gennaio, dopo la Adorazione dei Magi, perché in Occidente il Natale e l'arrivo dei Magi sono separate - mantenendo un rigoroso "realismo rappresentativo" degli eventi, in quanto i magi sono arrivati alcuni giorni dopo l'effettiva nascita del Salvatore. 

Nel gruppo di feste "dell'infanzia" della tradizione ortodossa troviamo infatti il Natale + Adorazione dei Magi (25 dic.) la Cristoforia, o Fuga in Egitto (26 dic.), la Circoncisione del Signore (1 gen.), la Presentazione al Tempio di Cristo (2 feb.) che conclude il ciclo dell'Infanzia e, poco dopo, inizia il tempo di Quaresima, in cui si legge non solo della Passione di Cristo, ma di tutto il suo percorso pubblico e i suoi vasti contenuti teologici. Per ragioni storiche, il 6 gennaio, la Manifestazione della Trinità, nota ai più come Teofania o Battesimo di Cristo, è il giorno in cui commemoriamo l'inizio della predicazione pubblica del Salvatore e la prima chiara visione della santa Trinità. Perché la Teofania "rompe" il ciclo dell'Infanzia? In origine, nei primi secoli, tutte queste feste di Cristo si festeggiavano assieme in un'unica, complessa e lunghissima celebrazione. Per agevolare i fedeli e per rendere meglio la gioia, la letizia e la comprensione della vita del Signore, la Chiesa ha distribuito i vari eventi nel corso del calendario annuale in varie feste invernali. 

Dopo questa lunga premessa... in cosa consiste la Cristoforia? 

Come abbiamo detto, la festa in sé ruota attorno alla fuga in Egitto ben raccontata dal Vangelo di Matteo. Il divino ufficio risente ovviamente del Natale, di cui è una diretta continuazione. Al Vespro, sebbene ci sia il regime di 8 stichire (4x2), il contenuto delle suddette accenna alla venerazione dei magi e alla nascita del Cristo, magnificando la Vergine come Madre. Si canta il meraviglioso prochimeno ornato "Chi è grande come Dio", riservato alle grandi feste, ma non c'è litia nè artoclasia, in quando "reduci" dalle grandi liturgie del Natale, i Padri hanno riservato a questa commemorazione una funzione più breve. Per questo, hanno eliminato anche il polieleo al Mattutino. Alla sticologia vesperale, non vi è nessun tropario dedicato al santo re Davide, a san Giuseppe o a san Giacomo il Fratello del Signore, tutti commemorati insieme con la Fuga in Egitto, ma l'argomento rimane il medesimo: una riproposizione del tema del Natale. 

La festa non ha neppure un tropario proprio, ma ripete quello natalizio. 

Al Mattutino, la medesima situazione. Ai catismi si canta il tropario di Natale e poi si procede spediti verso il salmo 50 e il canone poetico, che, secondo il Mineo del 1927 in mio possesso, rimane "esattamente quello della Natività" (cit.). Dovrei fare ricerche ulteriori per verificare se esiste un "canone alla Cristoforia" antecedente le riforme di Violakis, magari soppresso dopo le riforme tipiconali del 1500 o del 1880.  

Solamente il contacio, l'icos e il sinassario, che spende molto spazio per la Fuga in Egitto, danno in qualche modo l'idea che sia un giorno diverso dalla Natività. 

Alle Lodi, le stichire riprendono un tema prevalentemente mariano. 

Dopo la grande Dossologia, si canta di nuovo il tropario di Natale. 

Durante la recita dell'Acatisto della Madre di Dio, al contacio 6, si parla della Cristoforia quando Cristo, giungendo in Egitto, fece crollare le statue degli dèi pagani, spaventando gli spiriti impuri che le abitavano, e portando nelle terre d'Africa la Luce e annientando gli idoli. 

Buona festa della Cristoforia. Che la Luce del vero Dio incarnato risplenda nelle vostre vite.

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