Il santo martire Caralampo il Taumaturgo

 

Oggi 10/23 febbraio nella santa Chiesa Ortodossa festeggiamo il santo ieromartire Caralampo (+203). 

Si narra che fu condotto dinnanzi all'imperatore pagano Severo, che, colpito dalla veneranda età, gli ha domandato: "Quanti anni hai?". San Caralampo rispose: "Molti anni ho trascorso in questa vita vana, perché ho vissuto 113 anni". L'imperatore Severo domandò: "Se hai vissuto tanti anni, come mai non sei arrivato tanto lontano nell'abilità, da poter conoscere gli dei immortali?". Il santo rispose: "Vivendo molti anni, o re, e acquistando molta intelligenza, ho conosciuto Cristo Dio, il vero, e ho creduto in lui".

Quando iniziò il Regno di nostro Signore Gesù Cristo, il servizio che si faceva ai diavoli fu eliminato e l'idolatria fu distrutta, al tempo di Severo, l'imperatore pagano di Roma. In quel tempo, il santo Caralampo viveva nella città di Magnesia. Insegnò al popolo la parola di Dio, guidandolo sulla via della salvezza. Secondo la passio descritta nei menei greci, Caralampo era un anziano sacerdote, che venne fatto arrestare da Luciano, prefetto di Magnesia al Meandro, e sottoposto a tortura con uncini di ferro; le mani di Luciano, che aiutava i torturatori, caddero inerti durante il supplizio, e vennero guarite da Caralampo. Visto ciò, due littori, Porfirio e Bapto (o Daucto nella versione georgiana), si convertirono e si professarono a loro volta cristiani, assieme con Luciano stesso. 

Il santo fu sottoposto a numerose torture prima di comparire davanti al volto dello stesso Settimio Severo, il quale gli pose alcune domande, come quella che abbiam citato all'inizio. Il beato Caralampo parlò di Cristo all'imperatore, che rimase nella sua superbia idolatra. Condannato a morte e portato sul luogo dell'esecuzione assieme ai suoi tre ex torturatori. In alcune Passiones, al gruppo si aggiungono anche tre matrone senza nome che, commosse dalla testimonianza del beato Caralampo, vollero anch'esse patire per Cristo. 

Caralampio pregò affinché nel luogo in cui avrebbero riposato le sue reliquie, nessuno soffrisse la fame o le malattie. Dopo aver pregato, il santo rese la sua anima a Dio ancor prima che la spada del boia gli toccasse il collo. La tradizione racconta che la figlia dell'imperatore Severo, Gallina,  rimase così sconvolta dalla sua morte che si convertì a Cristo e seppellì lei stessa il santo. 

Le reliquie del santo furono poi traslate da Magnesia fino in Grecia, presso il monastero di s. Giorgio a Iraklitsa. Una particella delle sue reliquie si trova anche al monastero di s. Stefano alle Meteore. San Caralampo è riconosciuto come taumaturgo, avendo guarito innumerevoli malati e posseduti sia in vita, che attraverso le sue icone e le sue reliquie assai venerate.

L'iconografia non è concorde, trattandosi di un santo così antico, se fosse vescovo o semplicemente sacerdote. In Russia è raffigurato con le insegne episcopali, mentre in Grecia come presbitero. Nel sinassario russo e georgiano infatti è riportato come "vescovo e martire", mentre nel sinassario greco e in quelli balcanici è riportato come "sacerdote e martire". 

Tropario di s. Caralampo, tono VIII

Ti sei dimostrato un pilastro della Chiesa di Cristo, o invitto ieromartire Caralampo; e come un candelabro inestinguibile hai illuminato l'ecumene col tuo martirio, o beato, e hai dissipato l'oscurità dell'idolatria. Prega il Cristo Dio che abbia pietà delle nostre anime.

Contacio di s. Caralampo, tono IV

Come tesoro abbiamo ottenuto la tua testa, o venerabile Caralampo, vittorioso martire, e la Chiesa intera gioisce, avendo come come intercessore presso il Creatore. 


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