Le abluzioni rituali nel Cristianesimo antico

 Molti pensano che il bagno rituale sia una invenzione islamica. In realtà, la Cristianità antica comandava che ci si recasse in chiesa lavati a dovere. San Giovanni Crisostomo ad esempio amava fare lunghi bagni ed è riportato nella sua agiografia che comandò ad alcuni monaci zozzi di non tornare in sua presenza finché non si fossero lavati completamente. La Didascalia Apostolorum, un manuale di vita e raccolta canonica paleocristiano, ingiungeva ai cristiani di lavarsi in quelle strutture separate per sesso, che contribuivano all'igiene e alla buona salute secondo i Padri della Chiesa, come Clemente di Alessandria e Tertulliano. Nelle Regole Apostoliche, al canone 41, è scritto: i cristiani al mattino si levino dal letto, si lavino, e dopo aver fatto il segno della croce e la prostrazione, recitino la preghiera e poi vadano a lavorare

Gli storici hanno rintracciato che nella diaconìa della basilica di s. Pietro il papa offrisse a tutti i pellegrini e agli abitanti di Roma la possibilità di usufruire di grandi vasche per lavarsi prima della Messa. Simili "terme cristiane" si trovavano in tutte le maggiori città europee (cfr. The Middle Ages: Facts and Fictions. ABC-CLIO. p. 61).  La pratica di ospitare delle terme negli episcopi termina solo con il Concilio di Trento nel XVI secolo; ancora nel 1454 papa Niccolò V commissionava i Bagni papali a Viterbo, un imponente complesso termale. San Gregorio Magno nel VI secolo insegnava al clero a lavarsi con frequenza, perfino la domenica mattina, una pratica che veniva invece sconsigliata da taluni col pretesto della falsa umiltà (cfr. Squatriti, Paolo (2002). Water and Society in Early Medieval Italy, AD 400–1000,  Cambridge University Press. p. 54.).  Del resto, in ogni chiesa è presente ancora oggi un manulavium, ovvero un bacino d'acqua in cui il clero si lava le mani prima, durante e dopo i sacri riti. Non a caso una delle cose che salta all'occhio nel clero progressista è la mancanza d'utilizzo di questo bacino d'acqua e financo il rifiuto del rituale d'abluzione con la scusa che si tratta di norme igieniche prive di ispirazione spirituale. Nulla di più falso. Per le abluzioni rituali, i sacerdoti e i diaconi hanno anche preghiere specifiche, sia nei riti occidentali, che nella liturgia ortodossa.



 In foto le terme "cristiane" di Agikstro, costurite in epoca bizantina. 

Anche san Benedetto da Norcia nella Regola intima ai monaci di lavarsi spesso ma, se proprio odiano l'acqua, almeno due volte l'anno (sic!). 

A differenza di quanto credono i protestanti e i falsi storici, il Medioevo era un mondo pulito e il clero e la Chiesa non hanno mai odiato l'igiene. Nei Padri antichi, come Tertulliano, Ireneo, Giovanni Crisostomo e altri, appare chiaro che il cristiano deve lavarsi le mani prima di toccare la Bibbia o iniziare a pregare (cfr. Ferguson, Everett (2013). Encyclopedia of Early Christianity: Second Edition. Routledge. p. 6.). Ancora oggi, i cristiani copti, indiani ed etiopi si lavano le mani, il viso e i piedi prima di recitare le Ore Canoniche e la regola igienica è scritta proprio nell'Orologio liturgico, detto Agpya

Bartolomeo di Edessa, monaco del IX secolo di cui sto traducendo il suo tomo "Critica all'Islam", parla di come i musulmani copiano i cristiani in questo gesto, ma lo rendono ossessivo "proponendo continue abluzioni dell'esterno, ma senza purificare l'anima, che rimane sporca... come se lavassimo un vestito, ma omettessimo di nettare le natiche" (cfr. Bartolomeo di Edessa, Critica all'Islam, cap. VI). 

Le chiese dell'epoca di Costantino il Grande furono così costruite con un esonartece che comprendeva una fontana detta cantharus, dove i cristiani si lavavano le mani, il viso e i piedi prima di entrare nello spazio di culto (cfr Esodo 30: 17-21); sebbene scomparsi nel mondo bizantino e ortodosso, i cantharii sono rimasti in Occidente nella forma delle acquasantiere, anche se i cristiani occidentali hanno progressivamente dimenticato come si usano, e si limitano ad un tocco totalmente simbolico dell'acqua. 


Un moderno vaso per l'abluzione del clero che si utilizza alla divina liturgia prima dell'oblazione, dopo l'offertorio e dopo aver consumato l'Eucarestia.

Un'altra pratica "di igiene sacra" era l'uso dei tappeti personali durante la preghiera cristiana, scomparso dall'uso nel primo medioevo, ma rimasto in seno alla Chiesa di Russia fino al 1700 (e anche dopo fra i Vetero-Ritualisti). Ma di questo parliamo un'altra volta.

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