Il martirio di santa Drosia (Drosis) - la figlia dell'Imperatore Traiano

 Pochi sanno che la figlia dell'imperatore romano Traiano (117 d.C.) è una martire di Cristo, la cui vita è degna di essere conosciuta.

L'imperatore Traiano era un feroce anti-cristiano, e comandò innumerevoli esecuzioni di martiri e distruzioni di case di preghiera. Sua figlia Drosia (o Drosis) viveva insieme a lui a palazzo, a Roma, ed era una giovane immersa nella vita pubblica del suo impero. 

Vissero al tempo dell'empio sovrano cinque monache, i cui nomi sono Aglaida, Daria, Apollinaria, Mantusa e Thaise. Queste pie donne vivevano assieme e si prendevano cura dei corpi dei cristiani uccisi dai legionari, donando loro degne esequie e sepoltura. Drosia, una notte, decise di visitare queste donne, spinta dalla curiosità, e si unì a loro alla ricerca dei corpi dei martiri, e rimase con loro a conversare, imparando l'Evangelo del Signore. Il fidanzato di Drosia, Adriano, il quale era un ufficiale imperiale, rese noto all'esercito che volevano arrestare coloro che prestavano pietà ai corpi dei martiri, e così mise un drappello di notte a pattugliare le strade; fu così che i soldati romani trovarono Drosia e le cinque monache, e le arrestarono.


Affresco con santa Drosis

Al mattino, Traiano fu informato della cattura, e mise la figlia agli arresti nella propria camera, intimandole di non conversare più coi cristiani; le cinque suore furono invece bruciate vive, e i loro corpi fusi con dei tripodi d'oro che avrebbero poi addobbato una piscina pubblica. Ma quando venne l'inaugurazione, i pagani morivano all'ingresso dei bagni pubblici, e ben presto Traiano chiese la causa ai suoi aruspici, i quali gli confermarono che "le reliquie delle suore impediscono ai nostri di entrare: disfati di questi tripodi e la morte cesserà". Così i pagani decisero di disfarsi dei tripodi. Adriano propose a Traiano di sciogliere i tripodi e farne delle statue nude, così da offendere le monache esponendole al pubblico ludibrio. E così fecero delle statue con l'oro dei tripodi.

Quella notte, l'imperatore Traiano sognò cinque splendide pecore in un campo dorato, e un pastore che se ne prendeva cura. Il pastore si palesò essere Cristo, che gli disse: "ecco dove sono le mie monache, a me carissime. E ben presto a far loro compagnia verrà pure tua figlia Drosia, agnella immacolata e parte del mio pascolo". L'imperatore si svegliò e ordinò di costruire due fornaci, agli estremi dell'urbe, con una iscrizione rivolta ai cristiani: "voi nazareni, che vi beate del Cristo crocefisso, se volete porre fine alle persecuzioni e ai tormenti, buttatevi da soli in questo fuoco, e morite". 

Drosia, saputo del fatto, pregò il Signore dicendo: "Signore Dio, liberami dal fidanzamento empio e dalla tirannia di mio padre, e congiungimi a te. Fa' che io possa unirmi alle cinque sorelle che mi hanno istruito nel tuo Vangelo, e possa io lasciare i tormenti di questa vita. Accogli il mio sacrificio nel tuo nome". E detto ciò, si spogliò delle sue vesti imperiali, indossò una tunica lurida e raggiunse una delle fornaci. Si rese contò poi che non era battezzata, e così prese della mirra che aveva con sé, datale dalle cinque monache, e si unse nel nome della Trinità, poi raggiunse una piscina pubblica, e domandò a Dio di battezzarla e di lavarla dai peccati. Fatto ciò, si unì in preghiera ad alcuni cristiani, i quali la riconobbero come una di loro, e poi si gettò nella fornace ardente di sua spontanea volontà, sacrificandosi per il nome di Cristo. 

Il suo nome era Drosia, e insieme alle cinque monache Aglaida, Daria, Apollinaria, Mantusa e Thaise è commemorata il 22 marzo. 

Gloria a Dio nei suoi santi, ora e sempre nei secoli. Amen. 

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