San Teodoro Tirone

Oggi 1.03/17.02 la Santa Chiesa Ortodossa commemora San Teodoro "Tirone" (tyron significa soldato, in greco) fu un testimone di Cristo e morì martire nel (+306).

Il beato Teodoro nacque in Cilicia (Turchia del sud),  fu arruolato nell'esercito romano e, al tempo del Cesare Galerio (293-305), trasferito con la sua legione, denominata Marmarica (ovvero la Cohorte terza Valeria) nei quartieri invernali di Amasea (l'odierna Amasya nel Ponto, a ridosso del Mar Nero). Era allora in atto la persecuzione contro i cristiani già avviata da Diocleziano (284-305) e reiterata da Galerio, imperatore dal 305, con una serie di editti che prescrivevano a tutti di fare sacrifici e libagioni agli dei. Teodoro rifiutò di sacrificare agli dei, nonostante le sollecitazioni dei compagni. Venne accusato di essere cristiano e deferito al giudizio del tribuno. Durante l'interrogatorio, nonostante l'alternanza di minacce e promesse, rifiutò nuovamente di sacrificare agli dei. È nota la riluttanza dei governatori a mandare a morte gli accusati, ancor di più in questo caso trattandosi di un legionario: essi preferivano ricorrere alla tortura per piegarne la resistenza e far loro salva la vita. Il prefetto Brinca, comandante della legione Marmarica, vista anche la giovane età e l'intelligenza di Teodoro, si limitò a minacciarlo e gli concesse una breve dilazione temporale per permettergli di riflettere. Teodoro invece ne approfittò per continuare l'opera di proselitismo e, per dimostrare che non aveva alcuna intenzione di abiurare la religione cristiana, incendiò il tempio della gran madre degli dei Cibele che sorgeva al centro di Amasea, presso il fiume Iris. Venne così nuovamente arrestato e il giudice del luogo, tale Publio, ordinò che venisse flagellato, rinchiuso in carcere e lasciato morire di fame. Ma questa punizione sembrava non avere nessun effetto su Teodoro, che anzi rifiutò persino il bicchiere d'acqua e l'oncia di pane al giorno, che i suoi carcerieri gli porgevano.

Scampato per intervento divino alla morte per fame, il beato Teodoro venne infine tolto dal carcere e ricondotto in giudizio. I magistrati gli fecero grandi promesse, lo sollecitarono vivamente di accondiscendere alla volontà degli imperatori anche solo in apparenza, promettendo che lo avrebbero lasciato libero. Gli offrirono perfino la carica di pontefice. Teodoro rifiutò sdegnosamente e tenne testa al tribunale, non riconoscendo i loro dei, beffandosi delle proposte che gli venivano fatte e testimoniando che non gli avrebbero strappato una sola parola né un solo gesto contro la fedeltà che doveva al Signore. Il giudice, vedendo l'ostinazione di Teodoro, ordinò allora che venisse torturato con uncini di ferro, fino a mettere a nudo le costole, e lo condannò ad essere bruciato vivo.  La leggenda racconta che Teodoro non subì l'offesa delle fiamme, morì senza dolore e rese l'anima glorificando Dio. Una donna di nome Eusebia chiese il corpo di Teodoro, lo cosparse di vino e altri unguenti, lo avvolse in un sudario ponendolo poi in una cassa e lo portò, da Amasea, in un suo possedimento a Eucaita, l'attuale Aukhat, distante un giorno di cammino, dove venne sepolto. Il culto di San Teodoro si propagò rapidamente in tutto l'Oriente cristiano e successivamente nell'Impero. Ad Amasea fu eretta una chiesa in suo onore ai tempi dell'imperatore Anastasio I Dicoro (491–518); a Costantinopoli nel 452, ad opera del console Flavio Sporacio; a Ravenna, ove c'era un monastero con il suo nome, ad opera dell'arcivescovo Agnello (557–570) gli fu dedicata la cattedrale che era stata degli ariani. A Roma nell'VIII secolo gli fu dedicata una chiesa sotto il Palatino, mentre la sua immagine si trova nel mosaico della Basilica dei Santi Cosma e Damiano, eretta da papa Felice IV (circa 530).

L'esarca Narsete avrebbe diffuso a Venezia nel VI secolo il culto del Teodoro venerato ad Amasea e festeggiato il 9 novembre e una piccola chiesa a lui intitolata sarebbe esistita fin dal VI secolo nell'area attualmente occupata dalla basilica di San Marco. San Teodoro Il Soldato fu patrrono di Venezia fino all'arrivo delle reliquie di san Marco Apostolo nel XI secolo. 

Tropario di s. Teodoro il Soldato, tono II 

Grandi sono le opere compiute nella fede! Ed ecco che nelle fiamme ardenti san Teodoro gioiva, quasi fosse in uno stagno d'acqua fresca; e come un pane fragrante offrì se stesso alla Santa Trinità. Per le sue preghiere, o Cristo Dio, salvaci.

Contacio di s. Teodoro il Soldato, tono VIII

Ti sei preparato uno scudo con la fede in Cristo, o benedetto Teodoro, e hai sconfitto le armate degli avversari spirituali, o santificato martire; e ora che sul capo porti la corona della vita eterna, sii nostro intercessore, o Teodoro, invicibile soldato di Cristo. 

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