La Festa della Trasfigurazione

 Il giorno 6/19 agosto la Chiesa Ortodossa commemora solennemente la Metamorfosi del Salvatore avvenuta sul Monte Tabor dinnanzi ai suoi discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni. 

Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell'uomo non sia risorto dai  morti. [Matteo 17,1-9]

Il Vangelo di Matteo ci narra con dovizia di particolari questo evento cristico che dimostra come il Signore Gesù Cristo è veramente Dio e non solo un profeta, un sant'uomo o un dottore della legge, ma è proprio Dio Incarnato, capace di chiamare a sé i profeti dell'Antico Testamento a testimoniare la sua divinità. Difatti, il Salvatore chiama Mosé, che rappresenta la pienezza della Legge, ed Elia, che rappresenta tutta la Profezia. In Cristo infatti si sommano, si compiono e si completano la Legge e i Profeti, per il nuovo progetto di redenzione cosmica che opererà nella sua gloriosa sofferenza, morte, resurrezione e ascensione al Cielo.

 Gesù prese con sé in disparte Pietro, Giacomo e Giovanni, suo fratello (Mt. 17, 1) e, asceso con essi un alto monte, mostrò loro lo splendore della sua gloria: infatti, sebbene avessero riconosciuto in lui la maestà di Dio, ignoravano ancora la potenza di quel corpo, in cui era celata la Divinità. In presenza di testimoni scelti, il Signore manifesta dunque la sua gloria, e quel corpo che gli è comune col resto degli uomini, lo illumina di tale fulgore, che il suo volto si fa splendente come il sole e le sue vesti divengono candide come la neve. Scopo principale di questa trasfigurazione, era di cancellare dal cuore dei discepoli lo scandalo della croce, così che l'umiliazione della passione volontaria di Cristo non turbasse la fede di coloro ai quali era stata rivelata la grandezza della sua dignità nascosta. Ma con uguale provvidenza veniva fondata la speranza della santa Chiesa: infatti l'intero corpo di Cristo diventava consapevole della trasformazione che gli era riservata e le membra potevano ripromettersi la partecipazione a quella gloria, che avevano vista risplendere nel capo. Ed ecco mentre ancora parlava, una nube luminosa li ricoprì con la sua ombra e, dalla nube, una voce diceva: Questi è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto: ascoltatelo (ML 17, 5)... «Ascoltatelo». Dio Padre impone come requisito per la partecipazione di questa gloria l'ascolto, l'obbedienza alle parole di suo Figlio Unigenito. Non c'è salvezza fuori dal Cristo. Non c'è trasformazione, non c'è metamorfosi, non c'è cambiamento spirituale senza l'adesione totale al progetto salvifico del Redentore Gesù Cristo. Il processo di cambiamento e di  cammino verso la totale trasfigurazione della nostra anima e del nostro corpo - che partecipa alla divinizzazione - è chiamato theosis.

Nella Chiesa Ortodossa di Cristo, l'uomo può realizzare la theosis perché la Grazia di Dio, secondo l'insegnamento della Sacra Bibbia e dei Padri della Chiesa, è increata. Dio non è solo essenza, come credono gli occidentali, ma anche energia. Se Dio fosse solo essenza, non saremmo in grado di unirci, di entrare in comunione con Lui, perché l'essenza di Dio è maestosa e inaccessibile all'uomo, come scrive: Non puoi vedere il mio volto; poiché nessuno mi vedrà e vivrà (Es. 33:20). 

Attraverso la nostra comunione con le divine operazioni (le "energie") diventiamo anche noi teofori, portatori di Dio, e la nostra vita cambia, migliora, si cristifica. Il Signore non  ha scelto altro mezzo per comunicare con noi se non essere fisicamente presente sulla Terra, si è unito in modo ineffabile e tuttavia manifesto all'Umanità e ha unito così la Divinità con la sua creatura. Noi, chiamati ad essere Figli di Dio, possiamo compiere gli stessi passi: avvicinare la nostra umanità alla Divinità inconoscibile che si è resa manifesta e che ha deciso di salvarci dalla nostra condizione decaduta. 

Nella gloriosa festa della Trasfigurazione, ci viene rammentato il nostro obiettivo: crescere spiritualmente in modo tale da trasformare l'uomo vecchio, caduco, indegno, sporco, piccolo, in un uomo nuovo, trasfigurato, luminoso, puro e pieno di grazia. Questo è l'obiettivo dei cristiani, questo è ciò a cui siamo chiamati: emulare il Salvatore e vivere nello Spirito Santo. 

Tropario della Trasfigurazione, tono VII

Ti sei trasfigurato sul monte o Cristo Dio,  mostrando ai tuoi discepoli la tua gloria, per quanto potevano. Fa’ risplendere anche a noi, i peccatori, la tua luce eterna, per intercessione della Madre di Dio, o Datore di Luce, gloria a Te!

Contacio della Trasfigurazione, tono VII

Sul monte ti sei trasfigurato e per quanto potevano i tuoi discepoli la tua gloria contemplarono o Cristo Dio; affinché vedendoti crocifisso comprendessero che la tua passione era volontaria e annunciassero al mondo, che Tu sei veramente riflesso del Padre.

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