L'immagine di Dio Padre nell'iconografia: si può o non si può raffigurare il Padre Celeste?

 Il fatto che Dio Padre tradizionalmente non sia raffigurato sulle icone è teologicamente giustificato. Tuttavia, ci sono un certo numero di raffigurazioni note di Dio Padre, la più diffusa delle quali ha dovuto addirittura essere condannata sinodalmente. La maggior parte di queste icone è stata dimenticata e trovarne una oggi è un evento improbabile. C'è tuttavia un caso eccezionale, l'icona canonica della Santissima Trinità, universalmente venerata fino ad oggi.

Perché non possiamo rappresentare Dio Padre?

La risposta è ovvia: non sappiamo che aspetto abbia. Dio Figlio apparve ai tempi dell'Antico Testamento (ad esempio, nel Roveto Ardente) e assunse completamente la natura umana nel Nuovo Testamento. È noto che lo Spirito Santo apparve sotto forma di colomba. Tuttavia, l'immagine di Dio Padre ci è sconosciuta. San Giovanni Damasceno disse al Settimo Concilio Ecumenico: "Non rappresentiamo Dio Padre perché non possiamo vederlo. Se potessimo vederlo, lo rappresenteremmo". 

A quel tempo, le icone di Dio Padre erano basate sulla visione del profeta Daniele: 

Guardando ancora nelle visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno, simile ad un figlio di uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui, che gli diede potere, gloria e regno tutti i popoli, nazioni e lingue lo servivano; il suo potere è un potere eterno, che non tramonta mai, e il suo regno è tal che non sarà mai distrutto. [Daniele 7,13-14]



Molti interpreti di questa visione identificano il Figlio dell'Uomo con l'Antico dei Giorni: "Interpretare 'venire all'Antico dei Giorni' spazialmente sarebbe ignorante, perché la Divinità non è presente nello spazio, ma riempie ogni cosa. Queste parole significano davvero che il Figlio ha raggiunto la gloria del Padre" (San Cirillo di Alessandria). Questa interpretazione è stata saldamente stabilita nell'insegnamento della Chiesa ed espressa nella sua innografia, "Percependo mentalmente i tuoi segreti, o Amante dell'umanità, nella purezza della mente Daniele ti vide sulla nuvola, come il Figlio dell'Uomo che veniva, o Giudice e Re di tutte le nazioni" (Canone al profeta Daniele e ai tre giovani). Poiché Dio appare qui in una visione di una singola persona e a causa dell'eterogeneità delle interpretazioni, la Chiesa ha deciso di non basarsi interamente su questa visione profetica, non considerandola quindi una base sufficiente per la raffigurazione di Dio Padre. La questione della raffigurazione di Dio Padre non fu considerata formalmente al VII Concilio ecumenico e di conseguenza non vi fu alcun canone che la proibisse. Il criterio principale per la possibilità di raffigurare la Divinità era la Sua incarnazione visibile. A causa dell'assenza di un divieto diretto e di un'interpretazione errata della Scrittura, le icone con Dio Padre continuarono ad apparire nonostante non fossero riconosciute dalla Chiesa.

Poiché in Russia nel XVI secolo vi fu un vero e proprio boom di immagini riferite al "Dio Padre", Il Sinodo Stoglav del 1551 proibì le immagini di Dio Padre. Le icone comuni di quel tempo (Soprestolie, Paternità, Antico dei Giorni, Crocifissione nel Seno del Padre, Dio degli Eserciti, Quello dei Sei Giorni, l'Occhio che Tutto Vede, Padre Nostro, Saggezza Pre-eterna ecc.) furono proibite. Alla base del canone proibitivo vi è la non necessità di riprodurre il Padre, perché il Cristo Gesù ha detto: Chi ha visto me ha visto il Padre (cfr. Giovanni 14:1-11). 

Apparentemente, questo divieto non ebbe molto effetto, poiché il Grande Sinodo di Mosca (1666) dovette condannare ancora una volta questo fenomeno. Dalle decisioni di questo concilio, possiamo vedere la portata della diffusione di tali icone, "È buono e opportuno porre una Croce, cioè la Crocifissione del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo, sopra la Deisis nelle sante chiese al posto del Signore Sabaoth..." In definitiva, il Sinodo decretò: "Diciamo questo per svergognare gli iconografi affinché smettano di fare dipinti falsi e vani e da ora in poi non dipingano nulla secondo le proprie idee, senza un riferimento autentico".   

Una guida alla pittura di icone intitolata Erminia composta dallo ieromonaco Dionisio di Furna (XVIIi secolo) conteneva le seguenti parole a favore della raffigurazione di Dio Padre: "Rappresentiamo il Padre senza principio nella forma di un Anziano, come lo vide Daniele". Sosteneva inoltre che tali immagini erano già consolidate nella pratica più antica della Chiesa.  

L'unica icona approvata contenente immagini di tutte le Persone della Santissima Trinità era l'icona della Trinità di Andrei Rublev. Raffigura i tre angeli che appaiono ad Abramo in Gen. 18: 1-8. 

San Cesario di Arles interpreta questo passaggio come segue: “Ora, dove è accaduto questo? 'Presso il leccio di Mamre, che in latino è interpretato come 'visione' o 'discernimento'. … Di questa visione nostro Signore parlò agli ebrei nel Vangelo quando disse: 'Abramo si rallegrò perché avrebbe visto il mio giorno. Lo vide e fu contento. Vide il mio giorno, dice, perché riconobbe il mistero della Trinità. Vide il Padre come giorno, il Figlio come giorno, lo Spirito Santo come giorno, e in questi tre un giorno. Così, il Padre è Dio, il Figlio è Dio, lo Spirito Santo è Dio, e questi tre sono un solo Dio” (Sermoni).


La Santissima Trinità di s. Andrei Rublev

 Il Sinodo Stoglav ha permesso l'uso di questa icona perché raffigura la Santissima Trinità che appare in modo chiaro e visibile, e anche perché i volti della Trinità raffigurati su di essa sono simbolici, e l'icona non pretende di riflettere l'essenza di Dio. Per preservare la loro canonicità, le copie successive di questa icona devono soddisfare determinati requisiti. Non dovrebbero esserci differenze nell'aspetto degli angeli, in modo da non indicare alcuna differenza tra le persone della Santissima Trinità (in alcune copie, anche gli abiti degli angeli sono identici). Inoltre, l'icona dovrebbe essere incisa solo con le parole "Santissima Trinità", senza attribuire una persona particolare della Trinità a nessuno degli angeli raffigurati. 

Per quanto a volte desideriamo sollevare il velo dei segreti divini, non è possibile farlo, a meno che Dio stesso non lo voglia. "Nessuno ha mai visto Dio" (Giovanni 1:18), e quindi, guardando l'immagine di Dio Padre, dovremmo capire che è puramente simbolica e non può avere una vera connessione con l'essenza di Dio. 

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