Vita di san Giovanni Jacob di Hozev

 Offriamo la lettura della vita del santo Ioan Jacob di Hozev (+1960), uno dei santi contemporanei più amati sia nelle Chiese tradizionaliste sia nelle Chiese ufficiali- Come vedremo, la sua scelta di emigrare in Terrasanta fu spinta dalla sua convinzione di dover mantenere il calendario patristico.

Il giorno 5 / 18 agosto la santa Chiesa Ortodossa commemora il beato monaco Giovanni Jacob del deserto di Hozev, in Terrasanta. 

Il beatissimo monaco e asceta Giovanni Jacob di Hozev, noto perlopiù col suo nome originale Ioan Jacob Hozevitul, nacque in un villaggio presso Dorohoi, Botoșani (Romania) il 23 luglio 1913 portando il nome di Elia. Rimasto orfano di entrambi i genitori dal 1916, cresce fra le cure della nonna materna, Maria. Dopo il completamento degli studi ginnasiali a Cernovtzi (Bucovina del Nord, all'epoca ancora parte del Regno di Romania) decide di entrare come novizio a Neamţ nel 1933 dopo una ispirazione venuta dall'alto, già da giovanissimo dedito allo studio delle Scritture, al digiuno e alla pratica della preghiera. Nel 1935 compie la leva in servizio nell'armata regia del suo Paese, per poi tornare al monastero, dove fu messo in obbedienza alla ricca biblioteca abbaziale.

L'8 aprile 1936 il giovane novizio diventa monaco ricevendo il nome di Giovanni, e desiderando proteggere la sua vita spirituale dall'ondata modernista che invase la Romania in quel periodo storico, decide di lasciare la sua patria terrena per trasferirsi a Gerusalemme. Anche se le recenti biografie tentano di nascondere le simpatie vetero-calendariste del santo, dalla sua Vita è chiaro  che la scelta di emigrare gli parve ad un momento obbligata. Leggiamo dal libro Din Ierihon către Sion (ediţia Jerusalem, 1999) nel quale sono riportati numerosi interventi del santo monaco Giocanni Giacomo: 

Ma oggi, cosa ci è dato di vedere nel mondo dei nostri cristiani? Il monaco e il prete predicano gli insegnamenti comunisti, lodano i nuovi dogmi empi (degli atei), fanno perfino amicizia con loro, e nessuno ci protegge da questi, né viene data loro la dovuta punizione. Alcuni sono un po' più diffidenti nei confronti degli ingannati, altri sono timidi, temono la vendetta, e altri ancora più arroganti lodano alcuni come questi per la loro audacia e il loro zelo per la giustizia. (Possa il Santo Dio proteggerci da tale inganno!)

Se calcoliamo bene, vediamo che l'inganno comunista, con l'oscurità della massoneria e con tutta la nebbia degli atei in Occidente non è altro che un rifiuto della Fede. Per essere protetti dal governo degli atei, i pastori spirituali oggi nascondono la verga del rimprovero e sventolano la bandiera della fede davanti al dominio mondano. Ebbene, alcuni lodano i governanti comunisti e addirittura lodano le loro parate e celebrano per loro divini servizi (Te Deum). I pastori hanno paura di offendere le bestie parlanti.

Non sopportando più né il clero asservito al comunismo né il clima di terrore delle persecuzioni di quel tempo, il beato monaco Giovanni decide di recarsi in Terrasanta. Giunto alla Lavra di san Sava vicino Betlemme, fu accolto come fratello e fu fatto infermiere del monastero. Per dieci anni visse in quella abbazia con obbedienza, ascolto fraterno e amore per i suoi confratelli. Di notte, era spesso trovato dal suo padre confessore, il padre Sava, in lacrime, leggendo e meditando i Vangeli o la vita dei santi. Dal 1939 al 1941 il beato Giovanni fu mandato insieme con il suo novizio Ioannichio Pârâială a perfezionare la sua ascesi presso una grotta a Qumran, presso il Mar Morto. Nel 1941 viene arrestato insieme con altri monaci e messo in un Lager presso il Monte degli Ulivi a causa della guerra. Al termine dell'anno, vengono liberati e rimandati alla Lavra di san Sava il Santificato. 

In foto, un giovane Ioan Jacob quando era novizio in Romania.

Nel 1947, san Giovanni diventa diacono. Gli viene permesso di celebrare in lingua romena, ma al tempo stesso impara il greco e si mette a tradurre testi patristici e a scrivere commentari biblici per i pellegrini romeni in Terrasanta; nello stesso anno viene ordinato anche ieromonaco con il servizio presso il Santo Sepolcro. In quel periodo, nel suo libretto Panegirico in onore di san Nicodimo dell'Athos, scrive:

Il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, che diffama i Santi Canoni del Pidalion (Codicde di Diritto Canonico), oggi attraverso documenti ufficiali decide che: colui che ha composto il Pidalion – per decisione sinodale – è passato tra i Santi! Ecco un segno di incoraggiamento per i poveri cristiani zelanti che soffrono per la difesa dei Santi Canoni e che vengono derisi dal mondo moderno quando menzionano il Pidalion!

Hanno fatto arrabbiare Dio e i santi ora questi chiedono vendetta perché i loro insegnamenti sono stati diffamati e la loro istituzione calpestata! In questi tempi di mancanza spirituale e di incuria generale, la nostra Santa Chiesa d'Oriente (per quanto perseguitata e impoverita com'è) non smette ancora di riversare il suo dono sui buoni credenti e su coloro che si sono adornati di buone azioni; la nostra Santa Chiesa dà loro la corona della Santità e li annovera tra i “suoi figli primogeniti”. 

Dal 1953 il padre Giovanni si ritira con il suo discepolo presso lo skit di sant'Anna, alle grotte di Hozev. Lì vivrà fino al resto dei suoi giorni, celebrando i divini servizi, digiunando fino al tramonto, e confessando centinaia di persone ogni sera, prima di ritirarsi a riposare e pregare nel profondo abisso della grotta fino all'alba, quando tornava in chiesa per le celebrazioni mattutine. Nella primavera del 1960, durante la Quaresima, ebbe da Dio la rivelazione che la sua malattia lo avrebbe condotto alla morte. Così si preparò degnamente e il 5 agosto 1980 rese la sua anima a Dio. 

Il suo corpo è incorrotto e ancora oggi è possibile venerarlo presso lo skit di Sant'Anna. 

Dopo la morte del santo padre Giovanni il Nuovo, asceta di Hozev, il patriarca Benedetto di Gerusalemme (+1980) volle visitare il suo sepolcro, poiché era sempre più visitato e folle di pellegrini iniziavano ad affluire in Terrasanta per poter ricevere una grazia. Poiché san Giovanni non era di sangue greco, l'empio Benedetto comandò ai suoi preti di seppellire di nuovo il corpo del beato monaco affinché morisse anche la venerazione nei riguardi del nuovo santo di Dio. Il 10 dicembre 1980 decisero di tenere una riunione sinodale per discutere della questione. Occorre sapere che il patriarca Benedetto fu un massone (registrato presso la loggia Αδελφοποίησις) e un uomo molto conosciuto nei circoli intellettuali dell'epoca. Una volta conclusa la riunione, il patriarca di malafede ebbe un infarto e morì, mentre ad un altro vescovo greco che era sfavorevole al santo gli venne un blocco renale. Il sinodo deliberò quindi di lasciare libera la venerazione del beato Giovanni Jacob, che oggi è diffusa in tutto il mondo. 

San Giovanni di Hozev, prega per noi!


In foto, sulla destra, una icona di san Giovanni Hozevita nella parrocchia a lui intitolata, a Bucarest.

Tropario di s. Giovanni di Hozev, tono IV

Ti onoriamo, Padre, perché lasciando il mondo e la tua patria, hai preso la croce, seguendo Cristo, e nella valle del Giordano, nella grotta di Hozev hai lottato nell'ascesi fino ad elevarti al Cielo. Per questo o reverendo Giovanni, si rallegra ora il tuo spirito assieme con gli Angeli. 

Contacio di s. Giovanni di Hozev, tono II

Amando l'Unico Dio, sei fuggito dal mondo e, vivendo nel deserto, hai guadagnato la quiete dello spirito, o beato Padre Giovanni, glorificando incessantemente Cristo Salvatore del mondo. Per questo, con pietà, ti lodiamo cantando: Rallegrati, fiore eletto della nostra Chiesa.

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