Oggi 18/5 febbraio la Chiesa Ortodossa commemora la venerabile martire Agata, fanciulla vergine di Catania (+251).
La beatissima Agata visse nel III secolo. Esponente di una famiglia patrizia catanese, sin da giovane consacrò la sua vita alla religione cristiana. Venne notata dal governatore romano Quinziano che decise di volerla per sé. Agata fuggì a Palermo nella sua villa al quartiere Guilla, ma Quinziano la scovò e la fece tornare forzatamente a Catania, dove tentò di blandirla e sedurla in ogni modo. Al rifiuto deciso di Agata, la perseguitò in quanto cristiana e, perdurando il rifiuto della giovane, la fece martirizzare e mettere a morte il pomeriggio del 5 febbraio 251.
Le sante reliquie della beata Agata, da sempre note per i suoi miracoli, nel 1040 erano state trafugate e portate a Costantinopoli dal generale bizantino Giorgio Maniace, poiché la fama della santa si era così diffusa oltre i mari di Sicilia che il popolo della Città Imperiale desiderava possederne i resti mortali. Il 17 agosto 1126 quando le spoglie della Santa catanese furono riportate in patria da due soldati, Gilberto e Goselino, dalla città di Costantinopoli, Il vescovo di Catania, Maurizio, si recò al castello di Jaci per accoglierle. Da quel giorno, annualmente, la città di Catania festeggia nuovamente la santa per l'occasione del "ritorno delle reliquie in città".
Soltanto nel 1376, anno di costruzione della vara (“fercolo”), in legno, si presume che siano iniziati i festeggiamenti con la processione per le vie della città. Dal 1209 al 1375 avvenivano processioni con il velo della santa.
Tropario di s. Agata martire, tono IV
La tua agnella Agata, o Gesù, ti invoca a gran voce: te, mio Sposo, io desidero: bramando te io combatto; con te mi crocifiggo e mi immolo nel tuo battesimo. E soffro con te per poter con te regnare; per te muoio onde vivere in te. Accetta quindi o Signore, quale ostia pura colei che per te si sacrifica. Per la sua intercessione, o Misericordioso, salva le nostre anime.
Contacio di s. Agata, tono IV
Si rivesta oggi la Chiesa intera con abiti lussuosi, imporporati dal martirio della venerabile Agata, cui inneggiamo: gioisci, lode di Catania!
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