Un sermone su s. Serafino di Sarov (s. Giovanni Maximovich)

 Da Orthodox Christianity una riflessione sulla vita e la santità del Taumaturgo di Sarov, un sermone di s. Giovanni Maximovich (+1966).

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo!

"Canteranno la Pasqua d'estate", si diceva una volta a Sarov. Erano trascorsi settant'anni dalla morte dell'uomo di cui furono pronunciate queste parole, e il 19 luglio 1903 tutta la Rus' risuonò di inni di lode, glorificando Dio e il Suo santo. Davvero, tutta la Rus' si esaltò allora come nel giorno della Santa Pasqua, anzi, ancora di più.

In seguito, per la Russia giunsero giorni terribili, ma il ricordo di San Serafino non si spense né si indebolì. Il popolo russo continua a rivolgersi a lui e a glorificarlo, sia nella patria sofferente che in tutti i confini del mondo dove questo popolo è disperso. Anche altre nazioni stanno familiarizzando con San Serafino; la sua Vita viene tradotta in diverse lingue, suscitando non solo ammirazione, ma anche, in molti, l'impegno di applicare nella propria vita gli insegnamenti che la vita di San Serafino ci ha trasmesso. Così, nonostante i cambiamenti avvenuti nel mondo, il ricordo di San Serafino non solo non svanisce, ma rimane una lampada che brilla sempre più luminosa per l'umanità.

Lo stesso accadde durante la sua vita terrena. Città venivano distrutte, regni venivano fondati, Napoleone avanzò sulla Russia con dodici nazioni e poi fu abbandonato in disgrazia, Mosca bruciò e fu nuovamente risorta dalle ceneri, i decabristi organizzarono rivolte e furono poi condannati; ma era come se questi eventi non toccassero San Serafino.

Era totalmente impegnato nell'acquisizione di "quell'unica cosa necessaria", lavorava alla sua "crescita spirituale". Un "egoista, introverso", "ignorante, non interessato a nulla se non a ciò che lo riguardava personalmente": questo è ciò che direbbero di lui molti pensatori che non desiderano vedere nemmeno il minimo beneficio nel podvig dell'autoperfezionamento. Così, il monaco Serafino muore. Sembrerebbe che l'immagine di questo anziano, fuggito così ostinatamente dal mondo, debba essere cancellata dalla memoria della gente. Ma inizia un intero pellegrinaggio verso la sua tomba, persone che accorrono da ogni angolo della Russia ricevono aiuto, consolazione ed edificazione; e la venerazione nei suoi confronti inizia a diffondersi anche tra persone di altre nazioni.

In cosa risiede la potenza di San Serafino? Qual è il suo podvig (sforzo ascetico) ù? Si sforzò di realizzare il comandamento di Cristo: Siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste (Mt 5,48). Si adoperò per restaurare in sé la prima immagine creata dell'uomo, corrotta a causa del peccato.

San Serafino raggiunse il suo obiettivo: vinse il peccato e divenne santo; divenne veramente somiglianza di Dio. Non possiamo vedere il Dio invisibile. Ma il Signore ci ha dato di vedere Se stesso in coloro che sono simili a Lui, nei Suoi santi. E così, una di queste somiglianze fu San Serafino. In lui vediamo la natura umana restaurata, liberata dalla schiavitù del peccato. Egli è la personificazione incarnata della vittoria eterna sul transitorio, della santità sul peccato, del bene sul male.

San Serafino chiama tutti, con il suo esempio, a seguire la via indicata da Cristo. Ci chiama a lottare contro il peccato e le nostre inadeguatezze, essendo egli stesso un faro e una lampada per tutti coloro che cercano la salvezza. San Serafino ci chiama a ricercare il bene superiore, i frutti spirituali, di cui l'apostolo Paolo disse: " Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, temperanza; contro queste cose non c'è legge. Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con i suoi affetti e i suoi desideri" (Gal 5,22-24).

Il cammino verso il Regno dei Cieli è arduo, perché il peccato si è impossessato della natura umana, rovinandola. Ognuno di noi ha i suoi peccati personali. Ci sono anche peccati sociali di cui è colpevole un'intera nazione. Così, l'intera nazione russa è colpevole del peccato di aver abbandonato la vita pia e le usanze dei suoi antenati e di aver cercato ciò che le è estraneo, non ortodosso; di aver creduto alle calunnie diffuse sull'Unto di Dio, e di aver permesso che prima gli strappassero la corona e poi uccidessero il pio Zar insieme a tutta la sua famiglia – lo Zar che fu il primo a prostrarsi davanti alle reliquie glorificate di San Serafino. San Serafino chiama tutti al pentimento e alla correzione della vita, sia personale che sociale. Sebbene questo cammino sia arduo, Colui che compiace Dio ci aiuterà a percorrerlo. San Serafino è un faro e una lampada su questo cammino; è anche il nostro aiuto. Per le preghiere del tuo santo, il nostro padre Serafino, concedi, Signore, a noi peccatori il pentimento e la vittoria sul peccato e conducici al tuo regno celeste. Amen.

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