La vita dei santi Cipriano e Giustina

 Il giorno 15/2 ottobre la santa Chiesa Ortodossa commemora i santi Cipriano ieromartire e Giustina vergine, colei che lo instradò sulla retta via, martirizzati ad Antiochia (+304). Da non confendere col beatissimo Cipriano, vescovo di Cartagine e confessore della Fede (+258). 

La vita di questi due martiri del Signore è narrata da san Gregorio di Nissa (+395) e da Prudenzio (+413). Sebbene negli annali della cattedra petrina di Antiochia non ci sia menzione di nessun vescovo col nome Cipriano, potrebbe essere una attribuzione sacerdotale come nel caso di san Caralampo, a volte chiamato ieromartire, a volte vescovo e martire. Con certezza, il beato Cipriano è stato un esorcista e un sacerdote del Dio Vero.


Cipriano, filosofo e mago molto famoso, visse durante il regno dell'imperatore romano Decio. Molto piccolo, all'età di soli sette anni, iniziò a ricevere degli insegnamenti in ambito di stregoneria e con il passare del tempo venne a conoscenza di molte arti diaboliche, grazie alle quali poter procurare malattie alle persone, danneggiare la natura, procurare tempeste e cicloni.

A trenta anni fece rientro presso Antiochia e queste furono le sue parole “Credete a me perché io ho visto lo stesso re delle tenebre, anzi me lo sono reso favorevole con i miei sacrifici. Io l'ho visitato ed ho parlato con lui e lui mi ha amato e lodato. Lui mi ha promesso di mettermi come capo, dopo la mia separazione dal corpo, e durante la vita terrena di aiutarmi in ogni opera mia. Esso mi ha dato perfino una legione di diavoli per servirmi e aiutarmi”. Grazie a questa sua competenza nell'ambito della magia Cipriano fu stimato da tutti i pagani di Antiochia e un giorno gli si presentò un giovane, di nome Algaide, che chiese lui aiuto promettendogli in cambio molto denaro. Il giovane Algaide desiderava che Cipriano lo aiutasse con Giustina, una fanciulla cristiana di Antiochia che amava Cristo come suo sposo e si dedicava a tutte le buone opere cristiane. Giustina aveva deciso di dedicare tutta la sua vita al Signore ma il diavolo, utilizzando tormenti e sofferenze, iniziò a tormentarla.

Algaide, colpito dalla sua immensa bellezza, desiderava averla per sé ma lei gli rispose con chiarezza: “Io ho come sposo Cristo, io servo Lui e per Lui voglio mantenere la mia purezza. Lui è il protettore della mia anima e del mio corpo da qualsiasi impurità”. Algaide, però, cercò ad ogni modo di impadronirsi di Giustina, dominandola. Il Sovrano, però, continuò a difendere la sua serva fedele. Di fronte alla sempre più insistente richiesta di aiuto a Cipriano questi rispose: “Io farò in modo che la stessa ragazza senta per te una passione molto più forte di quella che hai tu e lei stessa cercherà il tuo amore”. Cipriano evocò il demonio e di notte Giustina mentre stava pregando il Signore sentì l'opera delle forze maligne che l'attiravano verso il peccato”

Alla fine Giustina vinse con la forza della preghiera e del segno della croce poiché fece sparire il demonio con timore. Cipriano riconobbe l'impotenza del diavolo nei confronti del Signore e disse lui: “Adesso io ho visto la tua impotenza, adesso ho capito la tua debolezza, per averti ascoltato me infelice, mi sono prestato ed ho creduto alla tua malizia”.

Cipriano rinunziò così ai suoi incantesimi, consegnando al vescovo tutti i suoi libri di magia e si dichiarandosi cristiano; persuaso da un certo Timoteo che gli fece conoscere la misericordia di Dio, confessò pubblicamente tutti i suoi delitti e misfatti. Cipriano fu così accolto nella Chiesa e divenne in successione diacono, sacerdote e, infine, vescovo di Antiochia, mentre Giustina divenne diaconessa di un convento.

Durante la persecuzione di Diocleziano i pagani vollero condannare a morte Cipriano e Giustina. I due furono arrestati e portati in un luogo di prigionia dove soffrirono moltissime sofferenze: Cipriano venne scarnificato, mentre Giustina flagellata poi ambedue furono immersi in una caldaia di pece bollente, ma ne uscirono illesi. Nonostante questo continuarono a gran voce a professare la loro fede in Cristo. Quando le minacce ed i tormenti non furono più sufficienti i Pagani tagliarono loro la testa con la spada. La stessa sorte toccò a un cristiano, Teoctisto, che osservando la fede di Cipriano, dichiarò di essere egli stesso un cristiano.

Tropario di s. Cipriano, tono IV

Sei stato in vita un imitatore degli apostoli e sei salito dopo di loro sul trono della gloria, o uomo ispirato da Dio. Tu che hai trovato nella pratica delle virtù la via che porta alla contemplazione, dispensando fedelmente la parola di verità e che hai lottato per la fede fino al sangue, o sacerdote e martire Cipriano, prega Dio di salvare le nostre anime.

Contacio di s. Cipriano, tono II

Con l’unzione sacerdotale e con il tuo sangue di martire, ti sei avvicinato a Dio in modo perfetto, Cipriano, veramente degno dei nostri canti; dell’eloquenza tu incarnasti lo splendore e della nostra natura tu porti il fiore, acropoli e bilancia della sapienza indicando la rettitudine degli insegnamenti, armoniosa destrezza dei canoni e munificenza della Chiesa di Dio.

 

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