Ecclesiologia cattolica e influenze eterodosse nell'Ortodossia moderna (padre Peter Heers)

Il padre Peter Heers (ROCOR), professore del seminario di Jordanville (USA), che abbiamo già conosciuto per il suo libro Il Concilio Vaticano II in una prospettiva ortodossa, ci spiega come mai riconoscere la validità del battesimo dei non-ortodossi è il primo passo verso il sincretismo

In foto, il padre P. Heers da Pravoslavie.

Nella presentazione seguente, cercherò di spiegare come mai l'accettazione del battesimo degli eretici è sbagliata teologicamente: è innanzi tutto uno dei capisaldi della ecclesiologia del concilio Vaticano II. Le origini storiche e l'adozione dell'idea che la Chiesa condivide "un solo battesimo" anche con gli eretici si sviluppa e cresce solo in Occidente, ed è una eresia ecclesiologica. Anche se non possiamo non dire che gran parte della teologia sacramentale occidentale prende vita dallo studio degli scritti del Beato Agostino [d'Ippona], dobbiamo dire che il definitivo allontanamento occidentale dalla patristica lo si ha con Tommaso d'Aquino. 

Tommaso d'Aquino cita abbondantemente sant'Agostino (1) per quanto concerne il battesimo, ma il carattere del Battesimo nei due teologi è molto differente. Mentre per Tommaso d'Aquino il carattere battesimale è un marchio sull'anima, indelebile, per Agostino è un segno esteriore. Per l'Aquinate, quindi, l'effetto è eterno e produce sempre un effetto sullo spirito della persona, mentre per Agostino un sacramento può essere celebrato ma senza produrre effetto, a causa di fattori disparati.  Per Agostino difatti, gli eretici possono dare la forma del sacramento, ma non la realtà del sacramento. Per Tommaso, invece, la forma implica anche la sostanza. Difatti egli scrive, per difendere il suo argomento: "qualora un eretico o uno scomunicato battezzi qualcuno, questi non riceve il sacramento, a meno che non per ignoranza". A differenza di Agostino, per il quale il sacramento veniva a mancare in caso di mancanza di unità con la Chiesa, per Tommaso è più una questione di aperta ribellione all'autorità ecclesiastica. L'Aquinate scrive, nel Commentario alle Sentenze, che gli eretici conferiscono sacramenti validi, ma illeciti, non per difetto del sacramento, ma perché in opposizione alla Chiesa. Questo è un punto di rottura enorme che separa definitivamente la chiesa cattolica dall'esperienza patristica della Latinità ortodossa. In altre parole, secondo Bernard Leeming, "l'efficacia del sacramento, qualora questi fosse valido, dipende solamente dal ricevente". 

Nella chiesa cattolica post-conciliare, questo concetto viene ulteriormente sviluppato e allargato.  (2) Partendo dai presupposti di cui sopra, si definisce infatti nella chiesa cattolica l'idea che anche i non cattolici possiedano dei "tratti ecclesiali". 

Il cardinale Kasper scrive in proposito: il Battesimo è il sacramento della fede che ammette gli uomini nella Chiesa Per questo anche i cristiani non cattolici non sono fuori dalla Chiesa, vi aderiscono nella via fondamentale. Per questo l'ecumenismo ha una base ontologica (...), è un evento dello Spirito. (3). 

Si tende infatti a dire che, sebbene la Chiesa di Cristo sia presente realmente nel Cattolicesimo-romano, non la si può identificare strettamente in essa. 

Questo sentire si è diffuso molto negli ortodossi delle ultime generazioni, come esterna bene Pavel Evdokimov: noi sappiamo dov'è la Chiesa:  non sta a noi giudicare e dire dove la Chiesa NON sia. (4).  In questo modo, si può tranquillamente affermare che la Chiesa Ortodossa è non esclusivamente la Una, Santa, Universale e Apostolica Chiesa. Questo approccio "apofatico" o se vogliamo meglio dire << agnostico >>, influenzò notevolmente il Concilio Vaticano II nella formulazione della propria dottrina ecclesiologica, anche per esempio male interpretando grossolanamente la frase di sant'Ireneo di Lione: dov'è lo Spirito di Dio c'è la Chiesa, e dove c'è la Chiesa v'è lo Spirito divino. (5). Il nuovo modo di intendere l'ecclesialità della Chiesa nella visione cattolico-romana lo esterna bene il teologo cattolico Francis Sullivan:

Uno potrebbe pensare che la Chiesa Universale è una comunione di corpi i quali sono più o meno chiese  secondo il loro livello di pienezza... ed è veramente una comunione, realizzata da vari livelli di pienezza, densità, di corpi i quali, chi più chi meno, hanno carattere ecclesiale. (6).

Ma arriviamo al nostro problema: nel documento del sinodo di Creta del 2016, "Relazioni col resto del mondo cristiano", si assume coscientemente questa idea cattolico-romana e si definisce che, sebbene la Chiesa Ortodossa sia l'Una, Santa, Cattolica e Apostolica Chiesa, ciò non preclude che altre strutture cristiane non-ortodosse (quindi eretiche) siano riconoscibili "più o meno chiese" o che abbiano "carattere ecclesiale". L'idea quindi che il battesimo sussista per se e che tutte le confessioni cristiane siano "chiese" di per sé la ritroviamo negli scritti dei maggiori modernisti del nostro tempo, come il patriarca Bartolomeo, il metropolita Ilarion Alfeev, il metropolita Ioannes Zizioulas, il metropolita Crisostomo di Messenia, il metropolita Kallistos Ware, e tanti altri. In particolare sua santità il patriarca Bartolomeo si è dichiarato più volte in armonia con la nuova ecclesiologia ecumenica, arrivando a dire che "lo scisma fu uno sfortunato incidente, il risultato dell'attività del serpente, origine di ogni male" (7). Nel 2014, Bartolomeo aveva già citato la teoria "delle molte chiese" a Gerusalemme, in visita al santo Sepolcro. Il Metr. Zizioulas scrive: 

Col battesimo, anche se c'è una rottura o uno scisma, si parla sempre di Chiesa. Gli ortodossi partecipano al concilio ecumenico come cristiani battezzati, attualmente divisi dagli altri perché non possono professare la fede insieme. (8). 

Nel documento del 2016 si cerca di inserire queste considerazioni moderniste e di portarle avanti, appigliandosi ai canoni 7imo del secondo Concilio Ecumenico e 95esimo del Concilio Quinsesto, riconoscendo "per economìa" il battesimo dei non-ortodossi, ma in nessun caso nei canoni citati si fa menzione del riconoscimento del battesimo eretico sulla ricezione dei "ritornati" all'Ortodossia. San Basilio nei suoi Canoni I e XLVII scrive: "Pare che in Asia, per la gestione dei molti che ritornano dalle eresie (Catari,  Pauliciani, Encratitiani) si accetti per economia il loro battesimo". Era una questione pratica momentanea, piuttosto, in un certo contesto storico. La lettera di san Basilio parla di accettazione, e non di riconoscimento, del battesimo degli eretici. 

Quando, nel secondo millennio, si affrontava la questione della validità dei sacramenti cattolici, in particolare del Battesimo, ci si chiedeva se la forma ortodossa - la tripla immersione - fosse stata osservata o meno, e il dibattito circolava anche su questo. (9). Il punto è questo: l'economìa - ovvero la accondiscenza della Chiesa - non può essere base dogmatica né ecclesiologica. Altrimenti, da economìa passeremmo a paranomìa (illegalità). Stiamo andando tuttavia, proprio verso una accettazione di una visione della Chiesa che non è ortodossa. 

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NOTE

1) Cf. Summa Theologica III Q. 63, 1, 66 (especially A.9) and 69. 

2) LG 11, 15; UR 22; Acta Synodalia, III/2, 335.

3) Kasper, “The Decree on Ecumenism—Read Anew After Forty Years,” Section IV, paragraph 3

4) P. Evdokimov, L’Orthodoxie (Neuchatel: Delachaux et Niestlé, 1959), pag.. 343.

5) Ireneo di Lione, Contro le Eresie, 3: 24.1; PG 7.966 C (32). 

6)  Francis A. Sullivan, S.J., “The Significance of the Vatican II Declaration that the Church of Christ ‘Subsists in’ the Roman Catholic Church,” p. 283 

7) Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli, Επίσκεψις, αρ. τεύχους 563 (1998), σελ. 4-8. Nella lettera conclude dicendo: "e ci faccia degni Iddio di vedere di nuovo la resurrezione dell'unità dell'Una, Santa, Universale e Apostolica Chiesa". 

8)  Zizoulas, John D. (present-day Metropolitan of Pergamon, Ecumenical Patriarchate) “Orthodox Ecclesiology and the Ecumenical Movement,” Sourozh Diocesan Magazine (England), August 1985, Vol. 21, page 23.

9) Vedi anche  The Manner of Reception of Roman Catholic Converts into the Orthodox Church,” by Archpriest Father George Dragas: http://orthodoxinfo.com/ecumenism/The-Manner-of-Reception-of-Roman-Catholic-Converts-into-the-Orthodox
-Church-Fr-George-Dragas.pdf 

TRATTO DA:

Theological-Academic Conference "The Great and Holy Council: Great Preparation without Expectations," March 23, 2016 in Piraeus, Greece, online su Pravoslavie.ru

N.B. Alcune parti sono state accorciate, accorpate o allungate dal blogger per rendere più fluido il testo e aggiungere informazioni necessarie al lettore. 

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