La quiete, la temperanza e l'innocenza

Siamo ormai prossimi alla Domenica di san Gregorio Palamas, il secondo passo del digiuno. In questa epoca consumistica, compiere il digiuno del corpo è solo uno dei metodi per cercare la vicinanza con Dio. Infatti, nel nostro mondo, in questa epoca nella quale consumiamo una moltitudine di informazioni inutili, di tempo prezioso sprecato in cose futili, ormai digiunare col corpo viene assimilato a compiere una dieta precisa, e non reca alcun beneficio spirituale, se disgiunto dalla preghiera e dal ritorno alla semplicità. Riflettendo sulla commemorazione della Domenica di san Gregorio Palamas, non possiamo che riflettere su cosa questo santo asceta del passato ci ha insegnato: che l'uomo può vivere in comunione perenne con Dio se ottiene le virtù della quiete, della temperanza e dell'innocenza.

La quiete (esichia) si può trovare tramite la pratica liturgica e la preghiera privata, allontanandosi da tutto ciò che provoca confusione e astio, ovvero allontanandosi dal peccato, dalla vana loquacità, dalla menzogna, dall'irrequietezza. Chiediamo a Dio il dono della pace, e la capacità di allontanarci dalla miseria spirituale, dall'avarizia e dal pensiero ossessivo dei beni terreni: vedi la mia miseria e la mia pena, e perdona i miei peccati (Salmo 24:18). San Gregorio Palamas lottò tutta la vita contro il proprio peccato e le proprie trasgressioni fino ad elevarsi spiritualmente, vincendo la gara contro la morte dell'anima, diventando un maestro esicasta. 


Monastero Reževići  

La temperanza è la capacità del cristiano di non cercare troppo i beni materiali: cercate innanzi tutto il Regno di Dio, il resto vi verrà dato in aggiunta (Matteo 6:33). Il digiuno insegna anche questo, a lasciar da parte l'affannosa ricerca di una sazietà temporanea per il nutrimento celeste, l'Eucarestia, e la Grazia divina, della quale il cristiano non è mai sazio. Il cristiano è temperante non solo col cibo, ma anche nei rapporti umani: non si agita, non offende né colpisce il fratello, non si da alla libidine, ma rimane sempre sé stesso col pensiero rivolto al Cielo. San Gregorio Palamas era maestro di digiuno e di ascesi, e insegnò ad altri come giungere alla perfezione spirituale e a contenersi non solo nel cibo, ma in tutte le altre passioni corruttrici, come la fornicazione, la maldicenza e l'orgoglio. 

L'innocenza del cristiano non è stupidità: vi mando fra i lupi: siate candidi come colombe e intelligenti come i serpenti (Matteo 10:16). Innocenza è vivere una vita distinta, pura, in accordo con le leggi di Dio, ma capaci di resistere al mondo e ai suoi agenti distruttori. Rancore, invidia, odio, sono peccati che distruggono la comunità della Chiesa e lasciano prosperare il seme marcio della discordia. Eppure, essere generosi e gentili non significa rinunciare alla Verità per la menzogna e una falsa pace. San Gregorio Palamas fu un maestro di dottrina contro gli eretici occidentali eppure, nella sua ardua lotta per la Verità, non perse mai l'innocenza cristiana, non si lasciò corrompere. 

Che Dio ci conceda la grazia di imitare il suo campione, Gregorio arcivescovo di Tessalonica, e di giungere candidi e santi alla porta del Paradiso.

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