San Sergio di Radonez e la formazione spirituale

 Abbiamo già conosciuto altre volte come san Sergio di Radonez (+1392) fosse un maestro spirituale e come il suo monastero rappresentasse una novità per il mondo ortodosso russo. In questo articolo tenteremo di approfondire la formazione spirituale del beato Sergio e dei suoi figli spirituali, e dell'impatto che hanno avuto nella coscienza monastica russa. 

Occorre dire che nel secolo nel quale visse san Sergio a Costantinopoli vi erano stati importanti concili dogmatici dei quali fu protagonista la dottrina delle Energie Increate sostenuta da san Gregorio Palamas. Sergio non aveva accesso a quei documenti perché furono tradotti in slavo ecclesiastico solo dopo la sua morte. Il santo di Radonez del resto aveva iniziato la sua vita spirituale senza un maestro, nella più completa solitudine, e anche se sappiamo che la formazione spirituale fu divinamente ispirata, occorre sapere che, con la costruzione del monastero della Santissima Trinità, anche il beatissimo Sergio provvide a fornire ai suoi monaci una ricchissima biblioteca, i cui libri sono sicuramente interessanti ai fini del nostro studio. 


San Sergio di Radonez, icona russa XIX secolo

Contrariamente al monachesimo urbano di ispirazione costantinopolitana, Sergio scelse di applicare le regole dei Padri del Deserto palestinese ed egiziano. Oltre alla salmodia continua [1] il santo abate ordinò i manoscritti dalla Bulgaria, principalmente dei Padri orientali. Nella ricca biblioteca della Lavra troviamo infatti libri del XIV secolo con i trattati di san Dionigi Areopagita, san Giovanni Crisostomo, sant'Isacco di Ninive, la Scala di san Giovanni Climaco, san Simeone il Nuovo Teologo, sant'Efrem il Siro e san Doroteo di Gaza, e anche le opere del suo contemporaneo san Gregorio il Sinaita. Sorprendentemente non ci sono testi di scuola palamita almeno fino al XV secolo [2]. Questi autori dai quali il maestro spirituale della Russia ha attinto per la propria formazione sono importanti per comprendere il clima che si era instaurato nel monastero, poiché la comunità si nutriva della spiritualità del Deserto. San Sergio decise di fondare il monastero con un rigido tipico studita, con il ciclo completo degli uffici divini in comune e la divina liturgia officiata da sacerdoti esterni, invitati per l'occasione. Sebbene all'inizio Sergio tentò di fondare un monastero sul modello degli esychasterion athoniti, nei quali si vive in uno stato di semi-eremitaggio, ben presto il numero dei discepoli fu talmente grande da dover riorganizzare la vita comunitaria per il mantenimento della comunità: distribuzione del lavoro, celebrazioni liturgiche, vita in comune. Quando Sergio divenne igumeno e quindi anche sacerdote, il Tipico fu adattato al modello sabaita di Gerusalemme. Poiché il monastero di Sergio era divenuto famoso, fu lo stesso patriarca Filoteo di Costantinopoli, amico di Gregorio Palamas, a suggerire certe modifiche del Tipico tramite una lunga epistola [3]. Sant'Epifanio il Saggio, discepolo di san Sergio, nella biografia del santo indica i tratti caratteristici dell'esicasta: preghiera incessante, posesso della nepsis (controllo perfetto dei pensieri e della mente) manifestazioni di luce increata, esperienze di concelebrazione con gli angeli, fuoco mistico sull'altare, umiltà e gentilezza. San Sergio con la sua opera missionaria riuscì a convogliare le forze spirituali della rinascenza palamita nelle lontane terre russe, e a fortificare l'esperienza monastica russa. 

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NOTE E FONTI

1) Michael Klimenko (trans.), The ‘Vita’ of St. Sergii of Radonezh , pp. 88-93

2) Kontzevitch, The Acquisition of the Holy Spirit in Ancient Russia , p.124.

3) Papadakis & Meyendorff,The Christian East and the Rise of the Papacy , SVS, p.342.

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