Vita di San Metrofane ieromartire dalla Cina

 Oggi presentiamo agli ortodossi italiani un martire moderno e sconosciuto, il sacerdote Metrofane Chi Sung (+1900). Perché su questo blog un martire cinese? Cosa può insegnarci la vita di questo santo sacerdote sposato, martire con la moglie Tatiana e i figli? 


Icona di san Metrofane ieromartire

Prima di rispondere a questa domanda, leggiamo della sua vita. San Metrofane, commemorato il 23 giugno, nasce nel 1855 nella decadente Cina del XIX secolo, durante l'ultima sospirata parentesi della dinastia Quing. Sorprendentemente per il periodo storico e il luogo di nascita, la sua famiglia era già ortodossa. Orfano di genitori dalla tenera età, viene educato dalla nonna Ekaterina, donna di servizio presso il centro missionario ortodosso russo della sua città natale, Pechino (Beijing). Fin da ragazzo ottiene un animo nobile e bendisposto, e all'età di vent'anni viene fatto catechista della missione. Rifiuta diverse volte il sacerdozio, ma alla fine lo accetta quando, dopo un colloquio con il vescovo san Nicola del Giappone, diventa diacono e poi sacerdote nel 1882, a 27 anni. Dedica la sua vita alla predicazione e alla traduzione in cinese dei servizi liturgici ortodossi, della patristica, della Scrittura. Sopportò con grande abnegazione le difficoltà della vita missionaria, l'odio dei suoi connazionali, le truffe economiche e i danni alla sua persona. Nel 1898 scoppia la rivolta dei Boxer i quali odiano gli stranieri e vogliono estirpare ogni forma di colonialismo, non solo militare o economico, ma anche culturale e religioso. La rivolta viene spalleggiata dall'imperatrice Cixi e nel 1900 le proprietà russe in città vengono confiscate e rase al suolo. Mitrofane con la moglie e i figli ospita molti convertiti e rifugiati in casa sua, che vengono trucidati. Anche il sacerdote, la moglie Tatiana, i figli Isaia e Giovanni vengono massacrati. Il figlio Sergio scamperà all'eccidio e diventerà anche lui sacerdote ortodosso. In quegli anni tremendi della rivolta (1898-1901) verranno martirizzati 222 cinesi ortodossi, i quali intercedono ora per tutto il mondo. 

Cosa possiamo imparare dalla sua testimonianza? Martirio significa infatti testimonianza. San Metrofane il cinese è per noi un modello. Sì, per noi italiani del XXI secolo. Innanzi tutto, anche se è nato ortodosso, ha vissuto una vita sofferta perché ha dovuto vivere fra due culture, quella russa d'importazione per la sua religione, e quella dei suoi antenati, pagana, che non ha voluto rigettare. Ha tradotto nella sua lingua natale i divini servizi e la letteratura spirituale, offrendo un grande contributo al suo popolo. Ha svolto con abnegazione e sacrificio la sua missione evangelizzatrice sopportando soprusi, odio e rancore. E' un modello di pazienza, umiltà, laboriosità e orgoglio. E' come dovrebbe essere ognuno di noi, italiano convertito, che si impegna per il lavoro nella vigna del Signore in questi anni assurdi. Soprattutto, la testimonianza del santo Mitrofane è chiara: la famiglia non è di inciampo alla vita consacrata, e il martirio è la sola scelta una volta che siamo messi alle strette: perché chi vuol salvare la sua vita la perderà, ma chi darà la vita per me, otterrà la vita eterna. (cfr. Mt 16:24-27) Così ha detto il Signore. San Mitrofane, in tempi molto vicini ai nostri, ha preferito non rinnegare il Signore Dio. E noi che vediamo ogni giorno sempre più le nostre effimere sicurezze e il fragile comfort borghese sgretolarsi sotto i nostri piedi, siamo pronti alla battaglia? siamo in grado, come san Mitrofane e la sua famiglia, a sopportare le sfide che ci attendono? 

Ci dia il Signore la pazienza e l'umiltà e la santità di questa santa famiglia ortodossa e di tutti i martiri. Amen. 

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