Storia e simbolismo delle maniche sacerdotali

 Dopo aver letto dello sviluppo dell'orarion diaconale, parliamo dell'ultimo elemento che accomuna i vestimenti liturgici dei sacerdoti e dei diaconi: le manichette (ἐπιμανίκια in greco) sono delle sorta di bracciali di stoffa, decorati con croci, che fanno parte della cosiddetta "armatura spirituale" del diacono e del sacerdote, indossate durante tutti i servizi divini che prevedono una epiclesi (quindi, in sostanza, la divina liturgia, il battesimo e la santificazione delle acque). Nella tradizione russa, i sacerdoti indossano le maniche per ogni servizio divino, anche per le Lodi quotidiane. La nascita di questo paramento è sconosciuta, non abbiamo una data precisa della loro apparizione nel vestiario liturgico. 

Foto del Catalog of Good Deeds che mostra una manichetta e un epitrachilio. 

Ad ogni modo, la più antica fonte è un mosaico della basilica di Ravenna, nel quale uomini e donne indossano simili bracciali di stoffa. Sappiamo che nella moda civile romana esistevano dei lunghi manicotti che, all'occorrenza, venivano aperti e formavano dei guanti. Questo potrebbe essere il prototipo che sarà poi il modello per le epimanichie. Questo paramento, inesistente in Occidente (che adottò invece il manipolo già dal VII secolo), non viene menzionato nei manuali orientali se non alla fine del X secolo. 

La simbologia delle epimanichie ricalca i vincoli di ferro che legavano le catene del Cristo prima della sua passione, e il suo Mistero nell'economia di salvezza, come si evince dalle preghiere scelte per la vestizione delle due maniche: 

La tua destra, Signore, si è glorificata nella forza; la tua mano destra, Signore, ha infranto gli avversari e nella profusione della tua gloria hai abbattuto i nemici. (Esodo 15:6-7)

Le tue mani mi hanno creato, e mi hanno formato; fammi comprendere e apprenderò i tuoi comandamenti. (salmo 119:73). 

Secondo i moderni commentatori liturgici, le manichette simboleggiano la benedizione di Cristo e la sua potenza che si esprime attraverso i Sacramenti. 

Poiché san Germano di Costantinopoli, nell'VIII secolo, ancora non le menziona nel suo commentario liturgico, potrebbero non essere entrate nella disciplina liturgica fino a quel momento, o almeno non formalmente. La prima menzione è di Pietro di Antiochia che le nomina in una lettera del 1054. 

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