L'Acatisto alla Madre di Dio

 Il Sabato della V Settimana di Quaresima è consacrato alla Madre di Dio tramite lo speciale Acatisto dell'Annunciazione (a volte detto "della Protezione" in riferimento al miracolo), cantato in tutte le Chiese ortodosse alla vigilia della Festa. Questo inno è composto di 24 stanze che glorificano l'Incarnazione del Verbo e lo speciale ruolo della Madre di Dio nella Chiesa. 


Icona istoriata con l'Acatisto

L'Inno Acatisto si inserisce nel Mattutino festivo che viene cantato in forma vigilare al venerdì sera, e l'intera celebrazione sembra ricalcare i temi dell'Annunciazione: tropari e contaci, nonché il canone di san Giuseppe di Siracusa al Mattutino, sono i medesimi dell'Annunciazione. Questo perché originariamente la festa dell'Annunciazione si celebrava la domenica precedente a quella delle Palme, mentre il Concilio di Trullo nel 692 d.C. sposta la festa con data fissa al 25 marzo, mentre l'Acatisto rimane come commemorazione mobile nel ciclo quaresimale. Questo splendido inno racconta poeticamente dell'incontro fra l'Angelo Gabriele e la Madre di Dio, Maria, scendendo nei dettagli teologici con un ricco lirismo. Le lodi alla Vergine sono accompagnate da suppliche affinché il popolo sia salvato da calamità e sofferenze. In questo componimento del VII secolo, si sente ancora l'eco dell'assedio e le circostanze nelle quali fu composto: diventa poi per noi, assimilandolo, la nostra preghiera nella nostra lotta spirituale. 

L'Acatisto è stato fonte di gioia e consolazione per le tutte generazioni di ortodossi che rivedono se stessi nelle parole colme di speranza e di letizia nell'attesa del sostegno della Deipara nelle loro vicissitudini quotidiane. L'Acatisto manifesta la coscienza della Chiesa, la lex orandi lex credendi dell'Ortodossia: celere ausilio dei cristiani, la Madre di Dio non è solamente il "contenitore" del Verbo incontenibile, per citare l'Acatisto stesso, ma diventa parte attiva delle vicissitudini della Chiesa, prendendo la difesa non solo del popolo ortodosso, ma anche delle anime dei credenti. E' in questo componimento che ritroviamo i maggiori epiteti comunemente utilizzati per riferirsi alla Madre di Dio: avvocata dei cristiani, pronto soccorso, ausilio invitto, e molti simili. La coscienza degli abitanti di Costantinopoli, sottratti alla morte dal miracolo dell'apparizione mariana, non hanno altro modo che ringraziare l'ausilio dato dalla Madre del Signore che non questo profluvio di eccezionali accostamenti lirici al racconto profetico della Madre di Dio vissuto nell'antico Testamento. Ecco che ritroviamo infatti Mosè col roveto ardente, Giacomo con la Scala, Ezechiele con le Porte, Abbacuc e Daniele con le montagne, il sommo Isaia anche nell'iconografia dell'Acatisto: i profeti antichi che hanno parlato della nascita della Madre di Dio, presagendo l'arrivo del Verbo.  Sotto impulso dello Spirito Santo, la santissima Vergine Maria dirà ad Elisabetta che ogni generazione la chiamerà beata, nel senso che tutti la ringrazieranno e la loderanno per il soccorso che darà con la sua intercessione. E questo Acatisto è lo splendido modo che la Chiesa ha trovato per esprimere la nostra lode alla Sempre-Vergine Madre di Dio. 

Il Sabato dell'Acatisto, e questo splendido Inno, ci ricordano che la vera vittoria non è quella nel mondo materiale, ma in quello spirituale. Chiunque inizia il suo cammino nel pentimento e nella trasformazione di se stesso - e la Quaresima è proprio questo - troverà presto la sua Croce, il dolore, le fatiche, le tribolazioni: ma sa anche che la Madre di Dio e i santi sono qui per aiutarlo, confortarlo, sostenerlo. Negli antichi monasteri medievali, si leggeva l'Acatisto ogni giorno come arma spirituale, specialmente nei monasteri di tradizione esicasta. Ispiriamoci dunque agli antichi asceti del passato e senza temere chiamiamo a soccorso la beatissima Vergine con le parole dell'Acatisto: gioisci, tu che rovesci i nostri nemici... gioisci, Sposa inviolata

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L'Acatisto alla Madre di Dio, traduzione dell'Arciprete Antonio Lotti

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