Vita di san Glicherie di Slatioara

 

Il giorno 15/28 giugno la Chiesa Ortodossa festeggia un santo moderno, il santo metropolita Glicherie di Slatioara (Romania), uno dei più forti oppositori del modernismo e del rinnovazionismo liturgico, culturale e spirituale che ha investito il suo paese negli anni Trenta del Novecento. Di seguito, proponiamo la traduzione della sua vita, dal romenoIn foto, il santo metropolita Glicherie.

Nell'ultima decade del XIX secolo, nelle campagne della pittoresca regione della Bucovina, vivevano Nicolae Tanase e sua moglie Rahila, contadini, con una vita semplice dedicata alla cura della terra. Il 9 febbraio 1891 nacque il loro unico figlio, battezzato come Gheorghe, che sarà poi monaco col nome di Glicherie. All'età di sette anni, Gheorghe perde entrambi i genitori a causa dell'inclemenza della vita umana, e viene portato a vivere dall nonno Ilarion, il quale lo introdusse alla vita cristiana e ad una profonda identità religiosa ortodossa. A diciannove anni il giovane Gheorghie lavora al vivaio  vicino Iasi. A venticinque anni si reca in monastero dei santi Apostoli in Cetăţuia per un pellegrinaggio, ma lo starez Teofil riconosce in lui delle qualità spirituali fuori dal comune e gli chiede di rimanere in monastero. Otto mesi dopo, il 24 dicembre 1916, il ragazzo viene tonsurato alla vita monastica prendendo il nome col quale è conosciuto oggi. Glicherie amava molto le ufficiature liturgiche, ma non mancava ai suoi compiti in monastero, avendo come obbedienza la cura del refettorio monastico e delle cucine. Nel 1917 epidemie e malattie virali portate dai soldati malati ospitati al monastero - il fronte non era lontano - decimano la popolazione del monastero, ma Glicherie non viene toccato né dal tifo né dai miasmi delle trincee. 

Danil Ciubotariu, nuovo starez di Cetăţuia e, successivamente, abate di Neamţ, spinge il monaco Glicherie alla carriera ecclesiastica e lo fa ordinare diacono il giorno 11 gennaio 1918 dal vescovo vicario Antim (Petrescu). Si narra di come lo ierodiacono Glicherie volesse tanto far ridorare una vecchia icona della Madre di Dio, ma il monastero aveva gran bisogno di soldi; e così il padre si mise in ginocchio e pregò a lungo Nostra Signora; e fu che venne un monaco in chiesa, in visita, dicendo di aver perso un portafoglio, ed era in gran subbuglio. Padre Glicherie trovò il portafoglio sotto una pianta di fagioli nel giardino del monastero, pieno con 500 lei (una grande somma per l'epoca). Il monaco lo ringraziò e gli lasciò 50 lei, la somma esatta per dorare l'icona. Padre Glicherie amava molto la Madre di Dio e la pregava ogni giorno. A causa del grande rispetto per il culto e la sua pronta obbedienza nelle cucine, il monaco Glicherie fu ordinato sacerdote il giorno 29 giugno 1920. Padre Glicherie fece visita al padre Danil a Neamţ, il quale fu così contento di vederlo che lo trattenne per un anno intero, dandogli servizio liturgico presso la chiesa di santo Stefano il Grande, voivoda di Moldova. A Cetăţuia divenne abate un tale Ghelasie che veniva da Neamţ e che conoscendo bene Glicherie, lo volle di nuovo con sé al monastero dei santi Apostoli. Nel 1922, il padre Glicherie viene fatto igumeno dello skit Procrov, una dipendenza di Neamţ. Insieme con lo ierodiacono David Bidaşcu, padre Glicherie raggiunge lo skit, il quale versa in condizioni disastrose: ci sono solo tre monaci anziani e un postulante, il luogo versa in terribile povertà economica, i fedeli sono pochi e gli edifici dismessi. Con grande abnegazione i due chierici, insieme coi fratelli dello skit, rimettono in piedi il convento e vi danno nuova linfa spirituale con un rinnovato ardore composto da veglie frequenti, digiuni e preghiere incessanti. 

Nel 1924, la Chiesa Romena - sotto pesanti pressioni politiche da parte di Costantinopoli - accetta il calendario gregoriano e le riforme di Melezio Metaxakis, modificando grandemente il corso spirituale del Paese. L'ordine del cambio di calendario arrivò per la festa di santa Parascheva (molto amata in Moldova e in tutta la Romania), e da 1 ottobre si dovette passare al 14 ottobre, << commemorando tutti i santi dei giorni "perduti" >> per coprire la differenza appena sostenuta. Ma allo skit Procrov il numero di monaci era cresciuto a dodici grazie allo zelo monastico di padre Glicherie, i quali non vollero accettare le nuove disposizioni del neonato patriarcato romeno (concesso da Costantinopoli con l'adesione al nuovo calendario). Poiché il monastero era relativamente piccolo, nessuno si rese ben conto della situazione fino al 1925, quando venne un'altra ingiunzione per l'anno seguente. I padri del monastero scrissero una lettera all'Athos, chiedendo guida spirituale, e rispose loro il monaco Arsenie Cotea, famoso per aver speso molto inchiostro contro il calendario riformato. Egli stesso venne in Romania insieme al vescovo Visarion Puiu per predicare contro il nuovo calendario. Nel 1926 il patriarcato romeno volle addirittura celebrare la Pasqua insieme coi cattolici, e Glicherie ricevette l'invito dal monsignor Nicodim Munteanu, arcivescovo di Chişinău e abate di Neamţ, il quale propose al padre Glicherie di abbandonare il calendario giuliano. Se lo avesse fatto, avrebbe ricevuto l'abbaziato di Vovidenia, un altro skit, e altri titoli ecclesiastici. Ma il padre, rifiutando una comoda carriera terrena, insieme coi fratelli del suo skit, rifiutò l'offerta dell'arcivescovo. Il 18 novembre 1925 lo ieromonaco Glicherie e il diacono David furono costretti a lasciare lo skit Procrov dall'arcivescovo, e i due rifugiarono nei boschi presso Rapa-lui-Coroi, dove ricavarono una capanna e uno spazio per il culto, e vi si ritirarono a vita - de facto - eremitica. 


Ben presto, i due furono raggiunti da altri tre monaci in fuga da Sihastria perché anch'essi riluttanti ad adottare le riforme. Venne il 1926 e ben sessanta monaci di Neamţ si rifiutarono di celebrare la Pasqua insieme coi cattolici: essi lasciarono l'abbazia e si dispersero in Romania e all'estero. Nel 1927 i due fratelli spirituali lasciarono il bosco e si recarono all'Athos, presso lo skit di Podromu. Lì hanno ricevuto il Grande Abito Angelico. Dopodiché, tornarono in Romania, con la benedizione dello starez di Podromu, e tornarono a Rapa-lui-Coroi, dove trovarono i loro tre fratelli. Il 6 gennaio 1929 (secondo il vecchio calendario, quindi il 19 gennaio) padre Glicherie e il diacono David si recarono presso alcuni fedeli per celebrare il rito dell'Aghiasma nel villaggio di Vânători-Neamţ. Il prete del luogo, fedele al patriarcato, chiamò la gendarmeria per far arrestare i due chierici "refrattari". Questo fu l'inizio della lunga vita di tribolazioni patita dal santo di Dio e dai suoi fratelli monaci. Dopo essere stati picchiati dalla polizia, furono rimessi in libertà. 

Il prete del villaggio, Barliba, scoprì che tanti contadini del rione disertavano la sua liturgia per andare a Rapa-lui-Coroi da Glicherie, e così vi condusse i gendarmi per un secondo arresto. La polizia sequestrò gli oggetti religiosi - profanandoli durante il viaggio con sputi, blasfemie e pratiche indicibili - e portò di nuovo padre Glicherie alla prigione di Piatra-Neamţ. Il santo sacerdote rimase in galera tre mesi sotto accusa di non essere ordinato canonicamente, mentre i monaci di Neamţ venivano a deporre a suo favore per scarcerarlo. Nel frattempo, i preti del patriarcato avevano razziato e distrutto la cappella edificata a Rapa-lui-Coroi. In quei tre mesi di prigione, il padre ha sopportato l'umiliazione, le percosse e le violenze fisiche dei gendarmi, che specialmente di notte venivano ubriachi e lo battevano con i manganelli. 


Lo ieromonaco Glicherie e il patriarca Damiano di Gerusalemme concelebrano nel 1930

Occorre sapere che nei primi anni dopo l'adozione del calendario riformato, non solo i minei (il santorale) ma anche il Paschalion in Romania fu adottato completamente secondo il Nuovo Calendario gregoriano. [1] Nel 1929 la Pasqua con il Calendario Nuovo (e cattolica) cadde durante la Seconda Domenica del Grande Digiuno di Quaresima. Ci fu un grave tumulto nella Chiesa Romena, specialmente fra i fedeli, che si videro sovrapporre più servizi divini in una grande confusione. Molti teologi di quel periodo, fra i quali citiamo Nae Ionescu, Nichifor Crainic, Grigore Racoveanu, Nicolae Lupu, scrissero che "il santo sinodo è eretico".  A causa del grande dissenso a livello nazionale, il governo decise di offrire alla popolazione una "doppia Pasqua", celebrata con entrambi i calendari, rispettando i giorni di differenza. Nel 1930, padre Glicherie col suo diacono vengono nuovamente arrestati per 10 giorni, con l'accusa di disturbo dell'ordine pubblico, per aver celebrato in un villaggio invece che nel bosco - ormai riconosciutogli come territorio suo privato.  


Icona di san Glicherie di Slătioara, neo-confessore della Fede

Nel medesimo anno, il santo abate visita Gerusalemme, il cui patriarca Damiano è un devoto tradizionalista e accetta i monaci greci e romeni che fuggono dalle persecuzioni dello Stato. Menzioniamo, per la memoria collettiva, del monaco-eremita san Jacob di Hozev ("Hozevitul" in romeno), che - sebbene canonizzato dal patriarcato romeno novocalendarista) fuggì a Gerusalemme proprio in quegli anni, e vi morì in esilio. Per un po' di tempo Glicherie rimase nella Città Santa, poi tornò in patria per continuare il suo sforzo nella difesa della Tradizione. 

 Il padre si stabilì a Rădăşeni, nella contea di Suceava, dove i fedeli volevano costruire una chiesa in cui adorare in vecchio stile. Era il 1931. Nella stessa zona, nel Giudicato di Iasi, furono erette diverse chiese per il servizio divino secondo il vecchio calendario. Il parroco locale appartenente alla Chiesa di Stato, notando che i fedeli si recavano in massa da Glicherie, chiamò i gendarmi, i quali picchiarono il nostro abate coi calci del fucile e lo lasciarono in un lago di sangue. 

Nel 1934, dopo le vacanze invernali, si vociferava tra il popolo che i gendarmi sarebbero tornati ad arrestare il pio Glicherie e gli altri sacerdoti. Poi il popolo cominciò ad organizzarsi, così: alcuni custodivano la chiesa giorno e notte, altri leggevano incessantemente il Salterio. Il cibo comunitario veniva preparato per tutti e nei giorni di digiuno mangiavano una volta al giorno. Nella prima settimana della Grande Quaresima, i gendarmi vennero a Rădăşeni e insistettero per irrompere nella chiesa. Le persone sono arrivate alla recinzione, cercando di fermarle, ma i gendarmi sono riusciti a scavalcare la recinzione ed entrare nel cortile. Contemporaneamente vi è arrivato il procuratore della regione, un delegato del Ministero accompagnato da altre persone, che volevano vedere la chiesa, perché informati che le funzioni si svolgevano in un "recinto" e nelle stalle. Osservarono attentamente l'interno della chiesa e furono piacevolmente sorpresi dalla sua bellezza. Mentre uscivano stavano parlando tra loro, rendendosi conto di essere stati male informati e che nulla di ciò che si diceva era vero. Visitarono anche la casa parrocchiale, ma non entrarono nella stanza dove alloggiavano i sacerdoti. La ferita ricevuta durante gli incidenti di Rădăşeni, quando è stato picchiato e trascinato sotto il recinto dai gendarmi, aveva cominciato a crescere di dimensioni e causava forti dolori alla gamba malata del pio uomo. Questa ferita non guarì e non lo tormentò per tutta la vita. 

Nel settembre 1936, il patriarca romeno Miron (Cristea) divenne ministro del governo romeno per gli Interni, e subito firmò una ordinanza di arresto generale per il clero vetero-calendarista. Padre Glicherie fu arrestato, percosso dai gendarmi, svestito della tonaca e umiliato con abiti militari. Glicherie fu condannato anche per legionarismo e per comunismo - ideologie opposte, ovviamente, ma usate per marchiarlo come nemico pubblico. A novembre, padre Glicherie, alcuni monaci e preti vetero-calendaristi e alcuni chierici legati al movimento Legionario furono condannati a morte. Erano 40 persone. Ma Glicherie, alle sei del mattino, udì una voce dolce promettergli che, se avessero pregato, sarebbero scampati alla morte. E questo nuovo miracolo avvenne, perché in quella grande notte il Consiglio dei ministri decise di non fucilare i legionari, subito chiusero il campo e furono liberati. Così, dopo 9 mesi nel campo, padre Glicherie poté tornare a predicare in Moldavia. Il generale Antonescu salì al potere, ma la persecuzione dei vecchio-calendaristi non si affievolì. 

I padri Glicherie e David si stabilirono alla fine a Slătioara, presso una casa abitata da buoni fedeli, e vissero là fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. 

L'anno 1947 segnò l'inizio dei lavori di costruzione del monastero di Slătioara e il contatto del vescovo Galaction Cordun da parte di una delegazione andata a Bucarest, che gli chiese di diventare il capo spirituale della Chiesa ortodossa Romena Tradizionale d'Oriente (da allora il nome ufficiale). Di comune accordo, il suo arrivo fu posticipato al 1955, quando il monastero fu terminato e fu possibile fornire uno spazio di alloggio e condizioni normali per lo svolgimento dell'azione per Sua Santità Galaction. All'inizio fu costruita una piccola cappella per le preghiere e le funzioni diurne e notturne. La chiesa e le celle furono fatte secondo il modello del santo Monte Athos, cioè un lungo edificio, con un'aula nel mezzo; su entrambi i lati le celle e in fondo la chiesa.

Nel 1950, dopo che il Partito Comunista prese il potere, ricominciarono le persecuzioni e le vessazioni contro coloro che appartenevano alla Chiesa Tradizionale. Soprattutto, le azioni hanno ora preso slancio contro il Monastero di Slătioara, considerato il bastione e il centro di resistenza degli "stilisti", che i suoi nemici volevano distruggere fin dall'inizio.

Nel villaggio di Buda, vicino a Slătioara, c'era una segheria a una distanza di circa 3 km dal monastero. Il direttore della fabbrica era un ebreo di nome Holingher, che avvisò gli organi del partito, chiedendo lo scioglimento del monastero adducendo il motivo che il suono delle campane di notte per il mattutino disturba gli operai e non possono riposare. Il pio Glicherie, vedendosi in pericolo e non avendo aiuto umano, ricorse alle armi cristiane usate in questi casi: il digiuno e la preghiera. Decise per tre giorni di digiuno nero e servizi con veglia rivolta alla Madre di Dio per l'intera comunità. Dopo i tre giorni, la caldaia a pressione dello stabilimento è esplosa e il direttore ha trascorso due settimane a saldarla, per riprendere l'attività, ma non ci è riuscito. Decise che la fabbrica dovesse essere spostata in una nuova sede, nel comune di Râşca, dove si trova ancora oggi.

Ma le battaglie con gli instancabili nemici erano tutt'altro che finite. Nella notte tra l'1 e il 2 febbraio sono arrivati ​​diversi camion con miliziani e hanno circondato il monastero, arrestando quasi tutti gli abitanti. Durante quel periodo nel monastero si tenevano corsi di formazione per cantanti di chiesa, guidati dal professor Alexandru Antoniu, anche lui arrestato. Furono arrestati, oltre ai venerabili Glicherie e David, padre Meftodie (il futuro vescovo), Nifon Marinache e padre Teofan, furono condotti tutti al canale Danubio-Mar Nero; qui morì padre Teofan, e altri morirono in altri luoghi.

Nell'aprile del 1955 venne al nuovo monastero un tale, diacono della Chiesa Statale, dicendo che il Ministero per il Culto aveva approvato l'esistenza della Chiesa di Vecchio Calendario e che le ostilità sarebbero cessate, ma era in realtà un agente della Securitate (agenzia dei servizi segreti romeni). Il metropolita Galaction credette alla falsa promessa del poliziotto e salì in macchina con lui, Glicherie e altri dignitari della Chiesa. Arrivati a Ploieşti, l'agente segreto chiamò i colleghi della Milizia comunista e arrestò i monaci e il vescovo. Galaction fu messo agli arresti domiciliari al monastero di Cernica. Il metropolita Galaction poteva essere contattato e, molte volte, con il pretesto di andare dal medico, veniva a Bucarest e ordinava sacerdoti nel monastero di Copăceni o nella chiesa di Moara Domnească, entrambi luoghi vicini alla capitale. Nel 1956, padre Glicherie fu ordinato vescovo da sua eminenza Galaction. 


In questa doto riconosciamo un anziano Glicherie, i vescovi Callinico e Callisto, e il metropolita Cipriano di Filì: i quattro pontefici celebrano a Slatioara

Nel 1960, un giorno il rappresentante del Dipartimento dei Culti si recò al monastero di Slătioara accompagnato da agenti di sicurezza e costrinsero Vladica Glicherie a espellere tutti i monaci dal monastero. Il reverendo padre ha rifiutato, ragionando che non li ha portati al monastero con la forza e quindi non ha alcun diritto e non può rimandarli a casa con la forza. Le autorità desistettero dal chiudere il monastero, ma se beccavano un monaco fuori dalle mura, lo arrestavano temporaneamente col pretesto di non appartenere alla Chiesa Statale - e quindi di non avere il permesso di "portare l'uniforme". Dopo la morte del metropolita Galaction, il capo della Chiesa rimase sua eminenza Glicherie circondato dagli altri vescovi, e nel 1968, il 18 settembre (1 ottobre), in occasione dell'ordinazione episcopale dell'archimandrita Silvestru Onofrei (il futuro metropolita Silvestru, deceduto nel 1992), è stato ufficialmente elevato al rango di arcivescovo e metropolita della Chiesa Ortodossa Tradizionale. Nel 1964, tutti i preti e i monaci vetero-calendaristi arrestati negli anni furono rilasciati dalle prigioni. 

Passarono i decenni successivi fra una crescita esponenziale della Metropolia di Vecchio Calendario e problemi con lo Stato. Il 15/28 giugno 1985, il metropolita Glicherie rese l'anima a Dio dopo essersi comunicato. Così finì la sua vita un grande confessore e martire, che non soffrì per i pagani, ma per coloro che si definiscono cristiani ortodossi - chierici o laici. Come San Giovanni Crisostomo, soffrì per i suoi fratelli invidiosi e amanti del modernismo e della vita scellerata, che però è l'ampia via che porta alla perdizione. Qui è stata scritta solo una piccola parte delle sue fatiche e delle difficoltà che soffrì. Il suo sacrificio non è stato vano. Dio lo ricompensò pienamente e benedisse le sue fatiche con 60 nuove chiese e monasteri e da 45 sacerdoti raggiunse i 150 sacerdoti in soli 13 anni dopo essersi addormentato. Il numero delle chiese aumentò da 40 a 110.  


La chiesa cattedrale del Monastero della Trasfigurazione a  Slătioara, cuore della Chiesa Ortodossa Romena di Vecchio Calendario.

Dopo un'approfondita indagine su tutte le informazioni ricevute e dopo le consultazioni tenute dal Santo Sinodo con i vescovi provenienti dall'estero e in particolare con il metropolita Cipriano di Oropos e Fili (Grecia), che lo conobbe in vita, riconoscendolo santo, la preparazione poiché iniziò l'esumazione delle sue sante reliquie. Innanzitutto il reliquiario era in legno di quercia, accuratamente scolpito dai monaci del monastero, sotto la guida di padre Ghelasie. Quando tutti i preparativi furono pronti, tre giorni prima del giorno della sua commemorazione, il sepolcro fu aperto. Le sue ossa furono trovate, meravigliosamente profumate, e furono lavate con vino, secondo l'usanza, asciugate e unte con la Santa e Grande Mirra, preparandosi così per il grande giorno della sua canonizzazione, che avvenne il 15/28 giugno 1999.

Qui termina l'evocazione della serie di grandi lotte di un perfetto combattente per la pura Ortodossia, che rimarrà nei secoli come esempio di dedizione e sacrificio per l'antica Chiesa ortodossa. Dio, per le sue preghiere, benedica tutta la sua discendenza con lo stesso zelo e amore per la Chiesa ancestrale, affinché insieme possiamo ereditare le benedizioni celesti, nell'eterno Regno di Dio, al quale è dovuto ogni onore, gloria e adorazione, Amen.

Tropario a s. Glicherie il Nuovo Confessore, tono VIII

Confessore della vera fede e buon pastore della Chiesa di Cristo, luminare del popolo, o beatissimo pontefice Glicherie, tu che hai guadagnato la corona della vita eterna, prega il Cristo Dio che salvi le nostre anime.

Contacio di s. Glicherie, tono VIII

O sapientissimo pastore della fede ortodossa, difensore della Chiesa di Cristo, proteggi tutti i credenti che inneggiano a te: gioisci, gerarca di Cristo, Glicherie, meraviglioso confessore del Signore.

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NOTE

1) Dopo alcuni anni di correzioni ed esperimenti mal riusciti, il Nuovo Calendario ha riadottato il Paschalion (computo della Pasqua) col giuliano, col risultato di un "calendario misto" in cui le feste fisse sono col calendario gregoriano, ma il ciclo pasquale è col "vecchio calendario". 

Vita di s. Glicherie di Slatioara (in romeno).

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